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Cronaca

Trapianti, alle Molinette primo intervento con nuova tecnica di ventilazione

Con la “Jet ventilation” la ventilazione ad alta frequenza (jet) può essere perfettamente effettuata e monitorata in un paio di condotti di piccolo diametro

Una vera e propria rivoluzione in campo anestesiologico rianimatorio. Per la prima volta in Italia è stato effettuato con successo un intervento in broncoscopia rigida su un paziente sottoposto a trapianto polmonare, utilizzando un'innovativa applicazione della ventilazione chiamata “Jet ventilation”, presso le sale operatorie dell'Otorinolaringoiatria universitaria dell'ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (dirette dal professor Roberto Albera). 

Il dottor Paolo Solidoro, pneumologo delle Molinette, ha eseguito con successo un intervento sulle vie aeree per una sopraggiunta patologia tracheale in un paziente, trapiantato di polmone, che presentava  una particolare difficoltà della gestione rianimatoria. La jet ventilation è stata utilizzata in anestesia generale dalla dottoressa Elisabetta Cerutti: “E' un'applicazione innovativa che permette di effettuare in contemporanea, in un broncoscopio rigido o un laringoscopio modificati,  ventilazione e procedure broncoscopiche e chirurgiche.”

Con i ventilatori tradizionali precedenti, che richiedono tubi di calibro ampio, la ventilazione del paziente in anestesia generale viene effettuata attraverso il canale del broncoscopio rigido (un tubo metallico appositamente conformato per le vie aeree), che però è anche canale di lavoro, con di conseguenza rischi annessi. Si hanno così delle limitazioni nei tempi chirurgici e nelle possibilità gestionali delle complicazioni. Con la “Jet ventilation” invece la ventilazione ad alta frequenza (jet) può essere perfettamente effettuata e monitorata in un paio di condotti di piccolo diametro (circa 2 millimetri) posizionati a fianco del canale di lavoro che risulta così continuamente libero per le procedure necessarie in comfort e sicurezza. Si riesce così in maniera ideale ad effettuare al meglio ed i maniera separata le due operazioni di ventilazione e di intervento chirurgico senza limitazioni. 

“Il buon esito dell'intervento apre la strada ad un ampio utilizzo, di almeno un centinaio di procedure annue, anche a carico di  pazienti non trapiantati o provenienti  da altre strutture ospedaliere regionali - ha detto il dottor Paolo Solidoro -. Possibili campi di applicazione sono infatti la rimozione di corpi estranei tracheobronchiali, la gestione delle fistole o delle stenosi tracheobronchiali in pazienti oncologici, il posizionamento di protesi nelle vie aeree, argomenti non necessariamente di pertinenza trapiantologica”.

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