rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

"Io, testimone della volontà di censura della parola pubblica"

Il 16 marzo si riaprirà il processo contro Erri De Luca, accusato di istigazione a delinquere per i fatti di cronaca avvenuti in Val Susa da parte dei militanti No Tav, dopo aver detto in un'intervista che la Tav "va sabotata"

Processato per una parola, come se al giorno d'oggi non ci fosse altra preoccupazione che occuparsi di uno scrittore che nel rilasciare un'intervista ha utilizzato un termine di portata tale da istigare alla delinquenza. La parola è "sabotare" e quelli istigati sarebbero i militanti del Movimento No Tav. Una questione troppo scottante per passare inosservata. E inosservata non è passata alla Ltf - la società francese che si occupa di realizzare la tratta - che ha sporto denuncia contro colui che quella parola l'ha pronunciata e ha dato, così, il via a uno dei processi più singolari della storia italiana.

Abbiamo incontrato Erri De Luca, scrittore portato in tribunale con l'accusa di istigazione a delinquere per i fatti di cronaca avvenuti in Val Susa dopo la sua intervista. Volto scavato, ma negli occhi la luce di chi è sicuro di essere dalla parte giusta del mondo, dove la parola ha ancora un valore associato a un concetto ormai astratto, quello di libertà. Lunedì - 16 marzo - riprenderà il processo, con l'ascolto dei testimoni e di una sua dichiarazione, chiesta dall'accusa.

Ci racconta che la sicurezza sulla sua condanna c'è ed è ragionevole pensare che il processo si concluderà proprio in questo senso, perchè - a detta sua - a essere irragionevole è lo stesso procedimento giudiziario.

<<Non è irragionevole la denuncia. La denuncia ci può stare. Un privato può immaginare di essere stato danneggiato. E' l'accoglienza di quella denuncia da parte del Tribunale che è irragionevole. La procura di Torino si è fatta come militante per la repressione del Movimento No Tav. Penso che la Procura non abbia piacere a farsi smentire e quindi prevedo la mia condanna. Questo però non mi esime dal ribadire le mie parole>>.

La condanna è per istigazione a delinquere e contro De Luca, l'accusa ha presentato un dirigente della Digos e uno della Ltf, ma nessuno che possa essere stato in qualche modo istigato a commettere atti illeciti dopo la sua dichiarazione "La Tav va sabotata". Perchè di questo si tratta.

<<La pubblica accusa non mi presenta davanti il nome di nessun istigato. Non mi posso difendere da un'istigazione astratta. Ho istigato chi a commettere quali crimini? Non lo posso sapere. Io ho parlato di sabotaggio durante le manifestazioni, mettendo la mia faccia, a volto aperto e sono stato incriminato per una chiacchiera all'Huffington Post. Per me il verbo sabotare ha una connotazione civile e politica, non ha il significato di danneggiamento materiale>>.

La libertà di espressione, in De Luca, emerge con tutta la sua forza. Come emerge nel suo libro "La parola contraria" che probabilmente verrà messo agli atti come dichiarazione spontanea. Una libertà che ha portato De Luca a eliminare sin da subito l'ipotesi del rito abbreviato, perchè si sarebbe svolto a porte chiuse, "incompatibile con un'incriminazione sulla parola". Parola che difende a spada tratta e che direbbe - e ha continuato a dire - anche se potesse tornare indietro.

<<Ci tengo alle mie parole, non le dico a vanvera. Non direi mai a vanvera una parola come "terrorismo", quello che dico lo mantengo. La mia libertà consiste in questo: nel tenere in collegamento il dire e il fare. Anche se condannato questa libertà non sarà aggredita>>.

Di fronte a un processo come quello di Erri De Luca, dove pare che siano presi in considerazione solo gli atti illeciti compiuti dopo la sua intervista - rilasciata nel 2013 - una domanda potrebbe sorgere spontanea. Erri, lei si sente una vittima?

<<Vittima è chi attraversa le strisce pedonali in strada e viene investito dall'auto. Fortunatamente non mi sono mai capitate disavventure di questo tipo. Sono un testimone della volontà di censura della parola pubblica. E vittima, in caso di condanna sarà l'articolo 21 della Costituzione italiana>>.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Io, testimone della volontà di censura della parola pubblica"

TorinoToday è in caricamento