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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Troppi integratori aumentano il rischio di tumore alla prostata, la scoperta shock alle Molinette

Lo studio ha evidenziato che chi fa uso di alcuni integratori alimentari ha una probabilità tre volte maggiore di sviluppare un tumore alla prostata rispetto a chi non li assume

Alcune sostanze naturali contenute negli integratori alimentari agiscono come cancerogeni nel tumore alla prostata. La scoperta è di quelle rivoluzionarie e arriva dritta dritta da uno studio clinico condotto presso l'ospedale Molinette della Città della Salute di Torino e coordinato dal professor Paolo Gontero della Clinica Urologica universitaria. Lo studio ha, infatti, dimostrato come l'assuzione in alte dosi di sostanze alimentari contenute in molti integratori, quali il selenio, i licopeni (contenuti nei pomodori) e gli estratti di thè verde, ritenute da sempre protettive nei confronti del tumore alla prostata, siano in realtà responsabili di un aumento del rischio di sviluppare il tumore medesimo.

La ricerca condotta alle Molinette, in collaborazione con l'Istituto di Farmacologia dell'Università di Torino, giunge come una doccia fredda nei confronti degli entusiasmi generati dalla possibilità di prevenire il tumore alla prostata con un'alimentazione mirata. Lascia sicuramente sconcertati il pensare che dietro le innocue "pillole" ricche di queste sostanze, da tutti conosciute con il nome di "integratori alimentari", possano nascondersi dei promotori del cancro alla prostata.

Lo studio, iniziato nel 2008 come progetto di ricerca finalizzata sostenuta dalla Regione Piemonte, è stato condotto secondo una rigorosa metodologia clinica. I pazienti erano tutti affetti da una malattia "pre-tumorale" della proposta, in grado quindi di condizionare un rischio elevato di sviluppare in seguito un tumore alla prostata, e per la quale non esiste a oggi alcuna terapia. Un gruppo di pazienti è stato trattato per 6 mesi con "pilloloni" contenenti alte dosi delle 3 sostanze antiossidanti ritenute in quel momento le più efficaci per prevenire il tumore alla prostata: selenio, i licopeni e i polifenoli del thé verde. A un altro gruppo è stato invece somministrato lo stesso quantitativo di "pilloloni" contenenti però una sostanza placebo. Il risultato che i soggetti trattati con le sostanze attive abbiano avuto una probabilità 3 volte maggiore di sviluppare un tumore alla prostata rispetto a quelli trattati con placebo era assolutamente inatteso.

"Personalmente temevamo che non saremmo riusciti a dimostrare l'efficacia di queste sostanze a causa della durata relativamente breve del trattamento - ha dichiarato il professor Gontero -. Mai ci saremo aspettati di dover constatare un effetto opposto a quanto avevamo sperato. Questo studio ci mette però in guardia sul fatto che una sostanza con potere antiossidante in elevate quantità o in concentrato non è necessariamente benefica".

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