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Cronaca Rivalta di Torino

Insulti su internet al maresciallo della caserma sequestrata e azzerata: lui aveva rifiutato le scuse

Torinese deve rispondere di diffamazione

"Marco Orlando! La disoccupazione ti ha dato un bel mestiere, lavoro di m... carabiniere!". È il post scritto, più di un anno fa, da un 49enne italiano residente a Rivalta di Torino per commentare, su Facebook, un articolo giornalistico condiviso dal comandante della caserma di Piacenza Levante, ora agli arresti domiciliari per l'inchiesta che sta facendo il giro d'Italia su traffico di droga, arresti illeciti, torture agli arrestati e altri reati che sarebbero stati commessi dagli appartenenti all'Arma.

L'episodio era avvenuto il 26 giugno 2019. L'articolo condiviso dal maresciallo Orlando riguardava un'operazione della stazione piacentina: l'arresto di un uomo per il possesso di una piccola quantità di hashish. Proprio questo aveva scatenato la rabbia dell'autore del commento, che aveva postato lo slogan, evidentemente offensivo nei confronti dell'intero corpo.

Letto il commento, Orlando aveva querelato il torinese, che ora è indagato per diffamazione aggravata a pubblico ufficiale ed è stato raggiunto da un invito a comparire in procura a Torino. Quest'ultimo aveva telefonato in caserma a Piacenza per scusarsi e spiegarsi, ma le scuse erano state rifiutate dal maresciallo. 

Così, una settimana fa, il rivaltese ha scritto una lettera a Orlando per ribadire il proprio pentimento: "Ho commentato un post su internet - si legge nella lettera, in cui ha precisato di non sapere che il profilo che lo aveva pubblicato fosse quello di un appartenente all'Arma - senza rendermi conto della diffusione che le mie parole avrebbero avuto e certamente, non realizzando che le stesse avrebbero potuto urtare la sensibilità di qualcuno o offendere l'intero corpo dei carabinieri. La mia volontà era solo di esprimere un parere sulla punibilità delle droghe leggere e l'ho fatto in maniera estremamente maldestra, ripetendo un ritornello popolare".

Non è chiaro se il maresciallo abbia avuto il tempo di leggere la lettera arrivata proprio nei giorni dell'operazione che ha azzerato l'intera caserma, sequestrata con l'arresto di lui (mandato ai domiciliari) e degli altri militari.

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