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Cronaca

"Le fiamme dovevano finire il lavoro", minacce su Facebook per Boccuzzi

Il deputato del Pd - ex operaio della Thyssen scampato all'incendio - è accusato di aver dato parere favorevole al decreto Salva Ilva. La donna torinese che ha scritto il commento smentisce

E' querelle sulle minacce spuntate sul social network Facebook e rivolte all'ex operaio della Thyssen e ora deputato del Partito Democratico Antonio Boccuzzi, salvatosi per miracolo dalla tragedia che colpì la fabbrica torinese il 6 dicembre del 2007.

"Le fiamme avrebbero dovuto fiire il loro lavoro. Fai veramente schifo". E' questo l'insulto comparso sul profilo del deputato - scritto da una donna torinese - nel mirino per aver dato voto favorevole al decreto "Salva Ilva", e che nei prossimi giorni presenterà querela, specie in riferimento alla parola "fiamme", per lui particolarmente dolorosa.

La polemica si è innescata dopo che un deputato del Movimento Cinque Stelle ha dichiarato che Boccuzzi aveva votato sì alla fiducia per il decreto Salva Ilva. Inutili le giustificazioni dell'ex operaio, secondo cui il provvedimento non era stato votato, ma migliorato con un emendamento che, tuttavia, non aveva trovato pareri favorevoli. "Quello che penso del decreto l'ho detto pubblicamente in aula, è agli atti - ha detto il deputato -. Un buon decreto inficiato dall'inserimento del decreto surrogato dall'originale decreto Salva Ilva. La norma difficilmente passerà il vaglio di costituzionalità, i principi del bilanciamento sono sovvertiti e le produzioni per come leggo l'articolato prevaricano la salute e la sicurezza dei lavoratori".

Tutto vano. E' partita subito la querelle con il commento finale, scritto da una donna torinese, che tuttavia ora smentisce di aver scritto quelle parole, affermando che qualcuno è entrato illegalmente nel suo account.

Ieri, peraltro, sono venute alla luce le motivazioni della sentenza con cui la Corte d'assise d'appello, lo scorso 29 maggio, ha ricalcolato le condanne per i sei imputati del processo Thyssenkrupp: la pena più alta (9 anni e 8 mesi) è per l'ex amministratore delegato, il tedesco Harald Espenhahn. 

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