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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

La carne causa il cancro come il fumo, giù le vendite nelle macellerie torinesi

Calo nelle vendite delle macellerie e meno clienti nei ristoranti torinesi. Gli insaccati causerebbero il cancro alla pari del fumo, dell'amianto e del benzene

Sono passate solo poche ore dal rapporto Oms sulle carni rosse secondo cui questi alimenti - ivi compresi gli insaccati - causerebbero il cancro. Poche ore per scatenare gli allarmismi, tanto che a Torino le conseguenze negative si sono fatte sentire subito con un calo considerevole nelle vendite, soprattutto delle macellerie. Un calo che non riguarda solo le "carni lavorate", ma tutti i tipi di carni rosse "perchè il consumatore tende a generalizzare". Lo sa bene Assomacellai, l'associazione che, a seguito del rapporto, ha cominciato immediatamente a monitorare i punti vendita di Torino e provincia. "Speriamo che come già accaduto in frangenti simili si tratti di una reazione emotiva destinata a ridimensionarsi velocemente - afferma Luigi Frascà, presidente di Assomacellai -. In caso contrario, il nostro settore rischierebbe non poco. Inizieremo una massiccia campagna di informazione in ciascuno dei nostri negozi, in modo tale da ricondurre la vicenda alle dimensioni corrette".

Secondo lo studio effettuato dall'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, parte dell'Oms, consumare salumi, insaccati e ogni genere di carne lavorata può causare il cancro: in queste analisi sarebbero comprese anche le carni rosse, quindi manzo, vitello, agnello, pecora cavalli e capre il cui consumo andrebbe quindi decisamente limitato. La pericolosità più alta è riscontrata comunque nelle carni lavorate (wurstel, prosciutto, salsicce, carni in scatola) che causerebbero il tumore alla pari del fumo, dell'amianto, dell'arsenico e del benzene.

Secondo Assomacellai, tuttavia, è opportuno non fare di tutta l'erba un fascio e non lasciarsi coinvolgere dall'allarmismo generale: "Un conto è il salame artigianale preparato con carni controllate e con solo aggiunta di pepe, un conto i prodotti meno controllati - continua Frascà -. Serve chiarezza: nei nostri negozi l'attenzione agli ingredienti di base è massima". In questo senso, in effetti, il made in Italy e la dieta mediterranea continuano a essere una garanzia, laddove si evitano prodotti ad alto contenuto di conservanti e di prodotti di combustione. Variabile da valutare anche le quantità e le modalità di assunzione delle carni rosse il cui consumo - di fatto - è consigliato altresì dalla comunità scientifica per favorire l'assunzione di proteine, vitamine, ferro e altre sostanze necessarie all'organismo, soprattutto in alcune fasce d'età.

"Parlare in modo generico di un pericolo relativo alla carne senza fare alcun riferimento alla filiera di produzione non ci pare un buon servizio - conclude Frascà -. Questi allarmismi danneggiano solo la nostra categoria". Effetti negativi hanno anche coinvolto le attività di ristorazione dedicate prevalentemente alla carne.

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