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Cronaca

I dati sull’inquinamento bocciano ancora Torino, ma va meglio del passato

Il capoluogo piemontese ha sforato di 55 giorni il tetto imposto dalla legge sulle polveri sottili. Il dato è comunque migliore rispetto agli anni 2013 e 2014

Va un po’ meglio degli anni scorsi, ma resta ancora tanto da fare. È quanto emerge dai dati dell’Agenzia per l’ambiente europea, secondo cui Torino ha sforato di 55 giorni il tetto imposto dalla legge per quanto riguarda le polveri sottili. Un risultato, quello del capoluogo piemontese, che seppur ancora negativo – il limite stabilito è di 35 giorni – è comunque migliore rispetto ai dati del 2014 e del 2013, quando lo sforamento era stato rispettivamente di 94 e 126 giorni.

Che cosa ha contribuito a questi numeri negativi? Una prima spiegazione è da ricercarsi nella mancanza assoluta di piogge registratasi nel mese di novembre appena passato, oltre alle pochissime gocce cadute in ottobre. Ma non è l’unico motivo. Torino infatti, così come Milano, Brescia e Venezia, è parte della Pianura Padana, la zona d’Italia che purtroppo ha il triste record italiano di decessi dovuti all’inquinamento.

L’assessore all’Ambiente Enzo Lavolta – che in gennaio aveva pubblicamente difeso  il lavoro dell’amministrazione dopo il rapporto di Legambiente che bollava Torino come città tra le più inquinate d’Italia – ha voluto comunque sottolineare i miglioramenti fatti dalla città, ricordando come la quantità di polveri sottili sia diminuita di quattro volte rispetto al passato. 

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