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Incidenti stradali Borgo Po / Ponte Vittorio Emanuele I

Investita e uccisa sul ponte, dopo nove anni il fondo vittime condannato a risarcire. Ma presenta ricorso

Il pirata della strada non si era mai trovato

La verità sulla morte di Deeqa Aden Gureye, avvocata somala trovata morta sul ponte Vittorio Emanuele I a Torino la notte del 30 settembre 2012 a soli 46 anni, con profonde ferite alla testa, probabilmente non si saprà mai. Poco meno di un anno dopo il decesso, infatti, la procura di Torino aveva archiviato l'inchiesta aperta per omicidio colposo in quanto non si era riusciti a individuare la targa dell'auto che l'aveva travolta ed era scappata. Non si saprà mai, quindi, se si sia trattato di un omicidio vero e proprio, ipotesi avanzata dai conoscenti più stretti della donna, che in quel periodo di stava occupando di un traffico di esseri umani dall'Africa al nord Europa, o di un pirata della strada, scappato per evitare di prendersi la sua responsabilità con la giustizia.

Lo scorso 26 maggio 2021, però, una sentenza del tribunale civile del capoluogo piemontese ha condannato il fondo vittime della strada a risarcire i parenti della donna con una somma vicina al massimale previsto dalla legge: le è stato riconosciuto un concorso di colpa al 10%. I testimoni dell'accaduto, infatti, avevano raccontato che lei era caduta poco prima dell'arrivo di un suv nero che l'aveva schiacciata. Anche le immagini di una telecamera, sia pure posizionata in lontananza, avevano confermato quel tipo di dinamica. L'autopsia eseguita all'indomani del decesso aveva già stabilito che la donna non era ubriaca: nel suo sangue era stata trovata una quantità di alcol trascurabile, pari a quello di una birra piccola. La quota del 10% è stata stabilita da una perizia disposta dal giudice Giacomo Oberto.

Il fondo vittime della strada, tuttavia, non ha accettato questa impostazione e ha presentato ricorso contro la sentenza. Per Luigi Tessiore, funzionario delle Nazioni Unite ora in pensione, marito della vittima originario di Villanova d'Asti (nel cui cimitero è sepolta la donna) e ora residente in Marocco, si profila un'altra battaglia per onorare la memoria della sua amata, paladina delle battaglie per la dignità dei migranti. Ad assisterlo sono gli avvocati torinesi Alberto Frascà e Marco Scarabosio con il consulente di parte ingegner Fabrizio Vinardi.

"Tutti gli sforzi - dicono questi ultimi a TorinoToday - che sono stati tentati per raggiungere un accordo con la Reale Mutua Assicurazioni, che gestisce il fondo per il Piemonte, sia in sede stragiudiziale che nel giudizio, sono risultati inutili perché l'assicurazione non ha mai formulato offerte. Il giudice Oberto ha quindi disposto l'istruttoria della causa per testi, soprattuto per approfondire il legame personale e di comunanza di valori e passione civile dei due coniugi. Successivamente ha ritenuto opportuno far svolgere una perizia tecnica, per valutare se potesse ritenersi sussistente un concorso di colpa della vittima. La consulenza tecnica ha determinato una precentuale del tutto residuale, del 10%, il profilo del concorso colposo della vittima e, conseguentemente, il risarcimento riconosciuto al coniuge è stato determinato in un importo molti vicino ai massimi tabellari, condannando l'assicurazione a pagare tutte le spese di causa. Con estrema amarezza abbiamo però dovuto prendere atto che l'assocurazione ha provveduto ad un pagamento solo parziale dell'importo a cui è stata condannata e ha immediatamente notificato l'atto di citazione in appello. Purtroppo l'ingegner Tessiore non potrà quindi trovare pace per alcuni ulteriori anni, dovendosi difendere nel giudizio di gravame, né potrà destinare l'importo che confidava di ricevere agli usi sociali che aveva già immaginato, essendo costretto ad attendere, a questo punto, l'esito del nuovo giudizio".

Tessiore, che già molto si era prodigato, confida di poter utilizzare il risarcimento, quando sarà certo del suo ammontare e della sua conferma, per iniziative in memoria della moglie e delle sue battaglie civile e politiche, nonché per implementare il fondo 'Deeqa Aden Gureye colonialismi e migrazioni', che ha in progetto molteplici iniziative culturali con la biblioteca comunale di Villanova d’Asti.

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