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Sabato, 30 Settembre 2023
Incidenti stradali

Il sorriso del dottor Giuseppe mancherà a tutti, ma soprattutto ai bambini

Morto nell'incidente in moto

Non si contano le persone, tra amici, colleghi e semplici conoscenti, che piangono Giuseppe Cannata, 52enne torinese (abitava in corso Agnelli) morto nell'incidente stradale di sabato 2 giugno 2018 a Giaglione, sulla strada statale 25 del Moncenisio.

L'uomo era conosciuto soprattutto per essere dirigente medico del servizio di igiene e sanità pubblica dell'Asl To3, dove lavorava esattamente da 20 anni. "Proveniente dalla Sicilia - lo ricordano i colleghi - era stato assunto nel 1998 e da allora si era occupato con grande professionalità soprattutto di prevenzione della malattie infettive, negli ambulatori presenti nel territorio e in particolare dello 'sportello antitubercolare', assicurando la sua immediata disponibilità in qualsiasi altro ambito specialistico del servizio". Ma soprattutto era "per tutti un caro collega, appassionato di moto (una cosa che lo caratterizzava era il casco celeste con il numero 12, ndr) e di buona musica jazz. Di lui improvvisamente ci mancano il sorriso aperto e la grande cordialità". Ad apprezzarlo sono soprattutto i genitori delle migliaia di bambini che sono stati sottoposti a vaccinazione da lui nel corso di questi due decenni. Per tutti era come un angelo, capace di fare sorridere i più piccoli anche in un momento 'difficile' come quello delle iniezioni.

Il sorriso era la sua più grande qualità anche di coloro che lo ricordano su Facebook. "Mi mancheranno le nostre chiacchierate sulle gite in montagna", dice una sua amica. Un altro amico ricorda invece la sua passione per i motori: "Ti ho conosciuto come cliente anni fa, poi è nata un amicizia. Ogni volta ci si vedeva in autodromo, mi venivi a trovare nel paddock con una birra gelata e ce la contavamo per ore, discorsi che partivano da una Porsche d’epoca o da una moto storica e si tramutavano in politica, storie di vita vissuta, progetti per il futuro e la tua amata Palermo e la Targa Florio che avevi nelle vene. Quando non ci si vedeva i messaggi su messenger o whatsapp fino alle ore piccole di notte per spiegarmi gli sviluppi sulla RC30 o il Gamma 500 o anche solo un 'ciao, come te la passi'. Mi hai sempre trasmesso altruismo, positività e rispetto, questo è sempre più difficile trovarlo nelle persone, eri una persona alla mano, semplice con cui appunto poter intavolare qualsiasi discorso. Mancherà sicuramente la tua presenza a tutte le persone che hai avuto vicino me compreso".

"Ciao doctor... - lo ricorda un'altra amica -. Ovunque sei ora, voglio ricordarti con la tua voce squillante con cui salutavi chi entrava in ambulatorio e di come ti brillavano gli occhi quando parlavi della tua adorata moto e della tua amatissima Sicilia... Che tu possa trovare tanta pace".

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