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Incidenti stradali

Doppio tamponamento sulla Torino-Milano, coinvolti cinque mezzi pesanti

Tra Santhià e Carisio. Chiuso a lungo il tratto di autostrada 

Due camionisti rimasti feriti, cinque tir coinvolti, tratto autostradale chiuso per circa 4 ore e il formarsi di lunghe code. È quanto accaduto oggi, mercoledì 25 giugno, sull'autostrada A4 Torino-Milano nel tratto tra Santhià e Carisio in provincia di Vercelli. Un pomeriggio da dimenticare per decine di persone rimaste incolonnate con la propria auto sotto il sole rovente. Si tratta degli automobilisti che già avevano superato le uscite consigliate e poi diventate obbligatorie. Prima delle 20 è stato riaperto al traffico il tratto di autostrada A4, compreso tra Santhià e Carisio, chiuso nel pomeriggio per diverse ore.

I tamponamenti

Due diversi tamponamenti, avvenuti a poca distanza, hanno generato il caos. Il primo è avvenuto dopo le 15 tra i caselli di Santhià e Carisio tra due autoarticolati, un camion a rimorchio trasportante latte e un bilico. In seguito allo scontro, il rimorchio si è ribaltato occupando tutta la carreggiata. Un camionista è rimasto ferito. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Vercelli del distaccamento di Livorno Ferraris e i volontari di Santhià, che hanno messo in sicurezza i mezzi. Presenti anche gli agenti della polizia stradale per i rilievi. 
 
Nel secondo incidente sono rimasti coinvolti 3 autoarticolati, un camionista ha riportato gravi ferite ed è stato estratto dalle lamiere dai vigili del fuoco.

La testimonianza

Sui social, intorno alle 18, ha descritto la situazione l’ex consigliere regionale Gabriele Molinari: “Fermi sull’A4 da un’ora e mezza, il sole a picco e 38 gradi. Poco più avanti due tir si sono scontrati. In questo tempo non ci siamo mossi di un centimetro, non sappiamo quando potremo ripartire. La gente comincia a essere nervosa, scende dalle auto, guarda in lontananza per capire cosa capita. C’è chi ha sete e non ha acqua, chi si incazza, chi si agita. È un po’ come essere prigionieri, e quando ci si sente prigionieri è normale agitarsi. Specie sotto il sole. In tutto questo una nota positiva: siamo prigionieri sulla strada, non in mare. Il nostro porto è un casello, e sarà comunque al massimo questione di ore, non di giorni. A nessun politico pragmatico e legalitario può venire in mente di affondarci”.

+++Notizia in aggiornamento+++

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