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Cronaca

Incidente nucleare in Francia, il sito dista 250 chilometri dal Piemonte

Gli esperti francesi fanno sapere che non ci sono state fughe radioattive e che l'Italia non è esposta a nessun pericolo, ma la tensione resta alta. L'Arpa ha intensificato i rilevamenti di radioattività

Desta preoccupazione l'incidente nucleare avvenuto questa mattina nel sud della Francia, nel sito di Marcoule. La centrale nucleare si trova nella città di Chusclan, che dista poco più di 250 chilometri dal Piemonte. La paura è molto forte soprattutto dopo gli incidenti avvenuti pochi mesi fa in Giappone e infatti l'Arpa Piemonte ha aumentato le rilevazioni di radioattività vicino al confine con la Francia, soprattutto a Limone e nella Maddalena.

Quello che più spaventa è la vicinanza del sito, che potrebbe esporre il Piemonte a fughe radioattive. "L'incidente non dovrebbe portare alcun rischio per il nostro paese, malgrado sia piuttosto vicino alle nostre frontiere - rassicura all'Agenzia Italia il fisico del Cnr, Rossi Albertini - Le autorità francesi dicono che per ora non risultano esserci fughe, d'altronde non è sempre detto che un incidente coinvolga per forza componenti radioattive, anzi".

I rischi per l'Italia, nel caso l'incidente provocasse fughe radioattive, potrebbero ugualmente essere nulli vista la distanza che, è sì di 300 chilometri, ma, pensando a fatti molto recenti, a Fukushima era stata disposta l'evacuazione per un raggio di soli 20-30 chilometri.

FASSINO "La Protezione Civile è in contatto permanente con i Vigili del Fuoco, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale e le strutture di protezione civile della Regione per monitorare eventuali conseguenze dopo l’esplosione avvenuta nel sito nucleare di Marcoule, nel sud della Francia"

PROTEZIONE CIVILE Al momento non si segnala alcuno scostamento dai valori normali, ma in ogni caso non sarebbero possibili prima di 24-48 ore. Infatti i 257 chilometri di distanza da Torino al luogo dello scoppio - sottolineano gli esperti - in linea d'aria non equivalgono affatto ad analoga distanza su strada e, quindi, prima della mezzanotte di oggi non sarebbe comunque probabile già osservare delle variazioni.

Ogni 10 minuti le sofisticate apparecchiature predisposte emetteranno le loro registrazioni e non è affatto detto che eventuali fughe radioattive si orientino verso il Piemonte. Due i sistemi di monitoraggio in funzione: uno meteorologico, l'altro sul territorio. Il primo serve proprio per verificare se e come le correnti d'aria orienterebbero le eventuali particelle radioattive. Il secondo è capace di registrarne puntualmente la presenza in atmosfera o sul terreno

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