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Cronaca

Presidio contro l'inceneritore: "Bruciare i rifiuti è come bruciare economia"

L'Associazione Rifiuti Zero ha lanciato la sua iniziativa nazionale contro l'inceneritore del Gerbido. Parla il portavoce Rossano Nicolini

Bruciare i rifiuti significa bruciare economia: il concetto è sostanzialmente il pensiero dell’associazione Rifiuti Zero, che ha organizzato a Torino un presidio contro il nuovo inceneritore di Gerbido, intendendo così lanciare una campagna a livello nazionale: ''Torino, Parma e Firenze - ha detto il portavoce dell'associazione, Rossano Nicolini - possono diventare tre nuove Stalingrado d'Italia capaci di opporsi ai loro inceneritori''.

Nicolini parla forte del riconoscimento del premio Goldman per l'Ambiente, che gli è stato conferito quest’anno: la sua convinzione è che dal Gerbido può nascere una campagna nazionale capace di incidere sulle politiche di gestione dei rifiuti. "A Torino - ha detto - si sta giocando una partita certamente non limpida intorno all'inceneritore di Gerbido''.

Claudio Cavallari, esponente torinese di Rifiuti Zero, ha rincarato la dose snocciolando alcuni dati del termovalorizzatore: l'impianto è costato 500 milioni di euro, è stato inaugurato lo scorso aprile e da allora è già rimasto bloccato due volte. ''E' obsoleto in tutti i sensi, come tecnologia e come concezione'', ha spiegato.

Secondo l’associazione, Torino si trova in un momento storico: diventare un simbolo a livello nazionale per la gestione dei rifiuti, tanto più in vista dell’Expo di Milano. Il messaggio è, in uno slogan: basta con gli inceneritori, nuove politiche basate su nuovi modelli di compostaggio sono possibili. Il modello è il Nord Europa: non è dai termovalorizzatori che passa la buona politica; anzi, secondo l’associazione bruciare i rifiuti significa bruciare “l’oro rosso”.

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