Gerbido, parte il monitoraggio della salute dei cittadini
Un progetto da due milioni di euro. L'indagine prenderà in esame il rischio cardiovascolare, la funzionalità endocrina e respiratoria, la presenza di metalli pesanti e idrocarburi policiclici aromatici
Partirà domani uno studio da due milioni di euro per monitorare la salute degli abitanti dei Comuni di Rivalta, Beinasco, Grugliasco, Rivoli e Orbassano, in relazione all'entrata in funzione del nuovo impianto per l'incenerimento dei rifiuti del Gerbido, nel torinese. Il progetto è il primo in Italia a prendere il via prima dell'apertura dell'impianto, per consentire un confronto fra i dati in assenza e in presenza dell'attività dell'inceneritore.
I prelievi partiranno domani e proseguiranno fino al 30 giugno. Nel mirino un campione di circa 400 persone, metà residenti nell'area esposta, metà abitanti a Torino, area non esposta che servirà come termine di paragone.
L'indagine prenderà in esame il rischio cardiovascolare, la funzionalità endocrina e respiratoria, la presenza di metalli pesanti e idrocarburi policiclici aromatici. Su un campione ristretto di 100 persone saranno controllati anche i livelli di Pcb e diossine, un esame particolarmente complesso affidato all'Istituto Superiore di Sanità, i cui risultati saranno disponibili solo fra un anno. I successivi controlli, con la ripetizione di tutti gli esami, avverrà dopo un anno e dopo tre anni dall'entrata in funzione dell'inceneritore, prevista dopo la fine di giugno.
"Il programma - ha spiegato il presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta - prende il via domani e si concluderà nel 2018. Tutti i risultati saranno resi pubblici, e qualora emergesse che si deve estendere lo studio ci impegneremo per farlo. Il nostro obiettivo - ha rimarcato - è la tutela della salute dei cittadini, e d'ora in poi il mio invito è fare in modo che parlino soltanto i responsabili scientifici del progetto. La politica interverrà se ci saranno dei problemi, in caso contrario mi piacerebbe evitare che i dati di uno studio scientifico diventassero argomento di dibattito politico".
I costi del monitoraggio, due milioni in cinque anni, saranno sostenuti principalmente da Trm, la società dell'inceneritore. Ma contribuirà in parte anche la Provincia di Torino perché la complessità del progetto, pilota a livello europeo, ne ha fatto lievitare le spese oltre il previsto. Per il 2013 si dovranno pagare 800 mila euro, di cui 600 mila a carico di Trm e 200 mila che sborsati dalla Provincia. Il progetto, denominato Spott, è coordinato da Antonella Bena dell'Asl To3.