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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Collegno

Incendiata l'auto del direttore dell'Agrati, i lavoratori: "Non siamo stati noi"

Ha preso fuoco nella notte di giovedì l'auto del direttore dello stabilimento Agrati di Collegno. A discostarsi dall'accaduto i lavoatori: "Le nostre proteste sono legali"

L'auto del direttore dello stabilimento Agrati ha preso fuoco nella notte di mercoledì, in corso Francia. Secondo le indagini si tratterebbe di un incendio doloso: i vigili del fuoco sopraggiunti per spegnere le fiamme, vicino alla Fiat Punto hanno trovato i resti di una bottiglietta di plastica e del liquido infiammabile, chiari segni che qualcuno ha voluto lanciare un messaggio.

Gli 82 lavoratori dell'Agrati che da mesi rischiano il licenziamento fanno dietro front: le loro proteste sono serie, ma legali e si discostano pienamente dall'accaduto, "perchè chi l'ha fatto non è con noi, ma contro di noi". A pensarla come i dipendenti, anche i sindacati Fiom-Cgil, ricordando che la loro protesta è stata portata avanti anche con i disegni dei bambini, atto che sicuramente non può considerarsi irrispettoso e tantomeno illegale.

Intanto gli scioperi continuano, perchè se non si perviene ad un accordo entro il 17 aprile, scatterà la lettera di licenziamento. Una situazione paradossale quella della Agrati, commentata più volte anche dagli esponenti politici che si dicono indignati per il fatto che un'azienda non in crisi possa chiudere i battenti."Insisteremo perché la Agrati cambi il proprio atteggiamento - commenta il ministro Giuliano Poletti -. Non abbiamo strumenti coercitivi, ma faremo tutto ciò che è possibile".

L'ultima spiaggia, per i lavoratori della Agrati è Matteo Renzi che, nella giornata di sabato, dovrà dedicare un po' di tempo anche alla loro condizione.

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