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Cronaca Centro

Imprenditore ricattato: “Se non paghi denunciamo presunte irregolarità”, arrestati due ex collaboratori 

Tentata estorsione da 1,5 milioni di euro   

Arrestati un 35enne e un 60enne, residenti nel Torinese, che hanno tentato di estorcere oltre 1 milione di euro a un imprenditore piemontese che, angosciato dalle pretese avanzate dai suoi aguzzini, ha chiesto aiuto ai finanzieri. Le indagini, durate alcuni mesi, sono state coordinate dalla Procura della Repubblica torinese. Gli estorsori sono stati condotti presso il carcere Lorusso-Cutugno di Torino a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, ma le indagini proseguono al fine di identificare eventuali ulteriori complici.

Estorsori fermati in centro città 

Lunedì 30 settembre l’epilogo della vicenda in centro a Torino: i finanzieri assistono allo scambio della prima rata della somma che l’imprenditore avrebbe dovuto versare agli aguzzini. In un bar del centro città, non appena tra la vittima e gli estorsori avviene il passaggio della somma, intervengono i militari e fermano i due estorsori. Nel corso delle perquisizioni presso le abitazioni di questi ultimi sono state trovate e sequestrate 2 pistole automatiche, 3 caricatori e 105 cartucce.  

L’inizio della vicenda

La vicenda è iniziata alcuni mesi fa quando al professionista è stata richiesta la somma di 1,5 milioni di euro in cambio del silenzio circa presunte irregolarità commesse dalla società dell'imprenditore e contenute nel materiale riservato sottratto fraudolentemente dagli stessi arrestati che fino a poco tempo prima erano suoi collaboratori. I due arrestati, incensurati, tramite un accesso abusivo al sistema informatico erano venuti in possesso di dati sensibili dell'azienda. Con questi hanno minacciato l'amministratore delegato della società di diffondere notizie circa fantomatiche irregolarità da lui commesse (in realtà inesistenti).  

Nel corso delle contrattazioni le parti hanno concordato di “chiudere la faccenda” con il versamento di una somma di mezzo milione di euro in rate da 20 mila euro mensili. La prima consegnata proprio lunedì 30 settembre, il giorno dell’arresto dei due. Come se non bastasse, oltre alla pretesa economica, la vittima è stata anche costretta a redigere la remissione della querela presentata precedentemente, al fine di scongiurare conseguenze di natura giudiziaria ai due ex collaboratori.

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