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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Ivrea

Ginecologa infedele ha un secondo studio, truffata l’Asl per 100mila euro

Per anni ha percepito indebitamente le indennità riconosciute e previste per l’attività professionale cosiddetta “intramoenia”. Scoperta dalla guardia di finanza, è finita nei guai una ginecologa residente nel Canavese

Una ginecologa del Canavese è stata denunciata per i reati di peculato continuato e truffa aggravata al termine di un’attività investigativa della guardia di finanza. La dottoressa, è stato accertato dalle Fiamme Gialle, ha percepito indebitamente e per anni le indennità riconosciute e previste per l’attività professionale in regime di “intramoenia”, esercitando la propria professione al di fuori dei giorni e orari previsti dal contratto dell’Asl To4 a cui apparteneva.

La ginecologa era autorizzata solo due giorni a settimana e in precise fasce orarie a esercitare l’attività presso il suo studio privato a Ivrea. In realtà, è stato scoperto, la dottoressa aveva anche un secondo studio medico di sua proprietà a Cuorgnè, il quale non era previsto dal contratto e ciononostante all’interno vi erano molte visite mediche in cui la stessa intascava dai pazienti la quota che in realtà sarebbe dovuta essere versata all’Asl.

Il danno causato al Sistema Sanitario Nazionale è stato calcolato in circa 100 mila euro. Oltre a essere stata denunciata, la ginecologa è stata anche segnalata alla Corte dei Conti per gli eventuali profili di responsabilità contabile e amministrativa in termini di “danno erariale”.

“La direzione generale dell’Asl TO4 ha comunicato all’assessorato di aver immediatamente promosso il procedimento disciplinare - fa sapere l'assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta -. Fermo restando che attendiamo l’esito delle indagini, è evidente che se le accuse fossero dimostrate, si tratterebbe di un fatto grave e da stigmatizzare con fermezza. Bene ha fatto l’Azienda ad acquisire gli atti e ad avviare con celerità le verifiche del caso. Non possiamo permetterci che questi comportamenti fortemente disdicevoli si verifichino, provocando danni all’erario ed anche per la reputazione del sistema sanitario regionale".

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