La storia di Gianluca, "per colpa di un farmaco" dipendente dalle slot
Settantaquattro anni, ex farmacista, ha dilapidato un patrimonio di 600 mila euro in pochi anni. Colpa, a quanto pare, di un farmaco che ha iniziato a prendere da quando gli hanno diagnosticato il Parkinson
Dal 2005 ad oggi ha sperperato oltre 600 mila euro nel gioco d'azzardo perché, a detta sua, sarebbe stato sotto la dipendenza causata da un farmaco contro il morbo di Parkinson. Vittima di quanto successo è un uomo di 74 anni di Torino, Gianluca Marchetti, ex farmacista ora in pensione che otto anni fa ha visto la sua vita cambiare radicalmente.
Il farmaco sarebbe lo stesso che da tempo è sotto la lente di ingrandimento del pubblico ministero Raffaele Guariniello per la dipendenza che creerebbe. "L'azienda farmaceutica non si è detta disponibile ad una trattativa perché nessun medico aveva ricollegato il vizio del gioco all'assunzione del farmaco", ha spiegato l'avvocato del pensionato al quotidiano La Repubblica.
Nel 2005 al pensionato era stato diagnosticato il morbo di Parkinson. Una notizia terribile per lui e i suoi familiari. Unica speranza era quel medicinale prescrittogli dal neurologo a cui si era rivolto. Ma, forse per alcuni effetti collaterali di quest'ultimo, l'anziano nei tre anni successivi ha girato per casino e ha speso una fortuna nel gioco d'azzardo. Da quanto lui stesso ha raccontato, non era mai sazio. Pur di giocare non dormiva e non mangiava. Una situazione che, vista dall'esterno, è tutt'altro che normale.
Il suo però non è un caso isolato. Altri, prima di lui, hanno raccontato della loro dipendenza e in molti casi quello che tra tutti era in comune era proprio l'uso di un farmaco. Ha deciso così di rivolgersi nuovamente al suo neurologo, il quale ha abbassato la dose del medicinale e vedendo che gli effetti di euforia e da gioco d'azzardo diminuivano.
Gianluca Marchetti ha così denunciato sia l'azienda farmaceutica sia l'Asl per quanto accaduto. Dopo aver dilapidato un vero e proprio patrimonio, forse per colpa non sua, oggi si ritrova a vivere con 500 euro al mese. Lui chiede un lauto e forse giusto rimborso, ma fino ad oggi non ha ottenuto nulla.
Tra un controllo e l'altro è arrivata una seconda beffa. Il settantaquattrenne ha scoperto di non essersi mai ammalato del morbo di Parkinson e quindi quella medicina, causa probabilmente di tutti i suoi mali, non avrebbe mai dovuto prenderla.