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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Pozzostrada / Corso Francia, 186

La storia di Geta, l'imperatore condannato all'oblio e “ritrovato” a Torino

Geta fu un imperatore romano ucciso dal fratello Caracalla e punito con l'eterna "damnatio memoriae". Solo che in corso Francia, nel 1894...

“Damnatio memoriae” è un'espressione latina che significa “condanna della memoria”. Nel diritto dell'antica Roma, era una pena che consisteva nella cancellazione di ogni traccia che potesse tramandare ai posteri il ricordo delle persone condannate in quanto “nemiche di Roma”.

La pena, molto dura, si applicava solitamente a personaggi pubblici, imperatori compresi, con l'interruzione del praenomen (il nostro cognome) e con la cancellazione delle opere realizzate, del nome dalle iscrizioni sui monumenti, l'abbattimento di statue e persino lo sfregio dei ritratti presenti sulle monete.

Tra gli imperatori che subirono la damnatio memoriae ci sono nomi rimasti comunque tristemente noti come Caligola e Nerone, ma anche nomi meno conosciuti come Eliogabalo e Domiziano. Tra tutti, c'è un imperatore la cui memoria è stata cancellata meglio: Publio Settimio Geta.

Insieme al ben più noto fratello maggiore Caracalla, divenne co-imperatore il 4 febbraio 211 alla morte del padre Settimio Severo a York, in Inghilterra. I due fratelli non avevano un buon rapporto fin dall'infanzia, e la nomina in coabitazione alla carica imperiale peggiorò la situazione a tal punto che verso la fine dell'anno Caracalla uccise il fratello minore e in aggiunta lo condannò appunto alla damnatio memoriae.

L'operazione nel caso di Geta fu eseguita con particolare precisione: a Roma, sull'arco dedicato al padre, il suo nome è sostituito dalle parole “optimis fortissimisque principibus”, cioè “con i migliori e i più forti principi”. Addirittura in Libia il suo volto fu abraso dall'arco severiano.

Di Geta restano due probabili busti a Orvieto e Caltanissetta, ma di sicura attribuzione solo poche monete. Una di queste monete fu rinvenuta quasi diciassette secoli dopo, nel 1894, proprio a Torino: mentre veniva dissodato un terreno “a levante della polveriera della Tesoriera” in corso Francia. I padroni del fondo trovarono cinque tombe, che vennero poi analizzate dal professor Ermanno Ferrero.

Il ritrovamento della moneta nel corredo di una tomba fu quindi doppiamente prezioso: da una parte permise di datare quelle tombe intorno al 211 d.C.; ma soprattutto rappresenta uno dei pochissimi resti dell'esistenza di Geta, l'imperatore ucciso e condannato all'oblio, ma ritrovato a Torino.

(Nell'immagine, un "ritratto di famiglia" di Geta. Lui è quello con il volto cancellato...)

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