Furti seriali per finanziare la latitanza del killer mafioso, tre persone in carcere
I colpi avvenivano nei centri commerciali di Torino e provincia. Eseguite anche cinque misure ai domiciliari e tre obblighi di firma
Undici misure cautelari, di cui tre in carcere e cinque ai domiciliari, eseguite questa mattina nelle province di Torino, Reggio Calabria e Roma e legate a furti seriali commessi nei centri commerciali di Torino e provincia.
L’operazione, denominata “Shopping Center” e iniziata nel luglio 2014 con l’obiettivo di trovare il nascondiglio dello ‘ndranghetista Vittorio Ierinò – poi arrestato a Torino in via Duino – ha portato a individuare un gruppo di soggetti responsabili di diversi colpi aventi tutti l’obiettivo di finanziarne la latitanza.
Nell’arco di soli tre mesi, sono stati compiuti ben 44 furti, ognuno dei quali mediamente fruttava alla banda un guadagno di 3mila euro. Dopodiché la merce rubata, per lo più vini pregiati o liquori di note marche e materiale informatico-elettronico, veniva piazzata sul mercato nero grazie ad alcuni ricettatori. E' stato anche possibile documentare come per la commissione dei furti gli indagati si avvalessero della collaborazione di guardie giurate ed addetti antitaccheggio in servizio nei centri commerciali presi di mira.
Durante le perquisizioni domiciliari ai danni dei soggetti, sono state trovate e sequestrate diverse apparecchiature elettroniche, numerose bottiglie di alcolici e vini e alcune borse schermate usate per mettere a segno i furti, il tutto per un valore complessivo di oltre 100mila euro, oltre a 40mila euro in banconote.
I soggetti raggiunti dalla misura cautelare della custodia in carcere sono: Giuseppe Ierinò, nato a Locri (RC) e residente a Torino; Giuseppina Alì, nata a Torino e moglie dello Ierinò; Sergio Commisso, nato a Locri e residente a Torino. Ai domiciliari: Rocco Commisso, nato a Locri e residente a Marina di Gioiosa Jonica (RC); Giuseppe Cirrincione, nato e residente a Torino; Roberto Pacino, nato e residente a Torino; Aniello Cicciotti, nato a Foggia e residente a Pianezza; Roberto Alì, nato e residente a Torino. Infine, altri tre soggetti, tutti di Torino, sono stati sottoposti all’obbligo di firma.