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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Barriera di Milano

Perde la vita in un incidente in Australia, oggi i funerali: "Sempre nei nostri cuori"

Il giovane aveva perso la vita in un incidente stradale in Australia dove viveva da circa 6 mesi lo scorso 25 luglio. La salma è tornata ieri in Italia e oggi, a Torino, si sono svolti i funerali

Si sono svolti stamane nella parrocchia Maria Regina della Pace, nel quartiere Barriera di Milano, i funerali di Giuseppe Di Marco, il ragazzo torinese di 23 anni che, insieme ad alcuni suoi compagni di lavoro e di casa, è deceduto - lo scorso 25 luglio - in un tragico incidente sulla superstrada Bruce Highway, in località Home Hill, in Australia.

Una morte che ha lasciato tra amici e famigliari, oltre alla tristezza, anche molta rabbia. "E' morto per colpa dell'Italia", ci aveva detto la cugina di Giuseppe poco dopo la sua morte, in una lettera straziante nella quale raccontava quanto Giuseppe fosse pieno di vita.

Il giovane si era diplomato come odontotecnico a Torino e dopo alcuni lavori occasionali, non riuscendo neppure a strappare un contratto a tempo determinato, aveva deciso di recarsi - insieme ad amico e cugino - in Australia per cercare fortuna. Aveva trovato lavoro in una farm - un'azienda agricola - in cui raccoglieva frutta e verdura insieme ad altri ragazzi conosciuti nell'ostello in cui soggiornava. "Era felice di fare quell'esperienza - ci racconta un amico -. Andare in Australia era sempre stato il suo sogno. Era partito a fine gennaio per aiutare la famiglia e perchè qui in Italia non era riuscito a trovare neppure uno straccio di lavoro".

Sono tanti, infatti, i giovani che decidono di recarsi all'estero per trovare un po' di forrtuna, specie in Australia, dove vi possono rimanere per due anni con il permesso Working-Holiday. Una tendenza aumentata esponenzialmente negli ultimi anni, a causa della crisi e della carenza di lavoro.

Giuseppe, con una passione smodata per gli animali e la natura, sarebbe tornato a Torino in estate, per una breve vacanza: "Era riuscito a mettere un po' di soldi da parte per ritornare da noi - continua l'amico -. Il biglietto dell'aereo costa molto, ma per lui era importante rivedere la sua famiglia e gli amici".

La morte, già difficile da accettare, diventa ancora più dura quando le condizioni sono così incomprensibili e lontane. Sull'auto a bordo della quale viaggiava Giuseppe c'erano altri quattro giovani italiani che il torinese aveva conosciuto all'ostello in cui soggiornava: tutti ragazzi pieni di vita e fiduciosi nei confronti del futuro, tanto da affrontare una distanza abissale dai propri cari, pur di farcela. I cinque stavano tornando da una lunga giornata di lavoro nei campi a raccogliere frutta e verdura quando il conducente ha perso il controllo della vettura che si è ribaltata più volte prima di finire contro un palo: nell'impatto sono morte tre persone, mentre due avevano riportato gravi ferite.

Molta la commozione per una morte che lascia tanta rabbia: "Giuseppe era pieno di vita - conclude l'amico -. Non vedevamo l'ora di riabbracciarlo. Lo porteremo sempre nei nostri cuori".
 

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