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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Al Museo Egizio è "Fortunato chi parla arabo" ma la campagna non va giù alla Lega Nord

Due ingressi al prezzo di uno per le persone di lingua araba: una trovata che ha scatenato la reazione del consigliere comunale Ricca

"Fortunato chi parla arabo" è lo slogan della nuova campagna promossa dal Museo Egizio di Torino, voluta dal giovane direttore Christian Greco, che invita i cittadini di "lingua araba", con due ingressi al costo di uno, ad andare a conoscere la ricchezza del Museo. Sono oltre 33.500 le persone di origine araba che vivono in Torino e provincia - più di 24mila sono nel capoluogo -, 4700 dei quali egiziani di cui pochi sanno dell'importanza e della ricchezza del Museo Egizio. La trovata, valida dal 19 dicembre al 31 maggio, vorrebbe in qualche modo avvicinarli alla conoscenza delle loro radici e stimolare la fruizione da parte loro dell'offerta culturale della città. 

Si tratta di una campagna con cui il Museo Egizio, vuole favorire l'integrazione attraverso il grande patrimonio culturale custodito tra le sue mura, ma che non è andata giù alla Lega Nord. “Non si capisce perché un museo che non prevede giornate di ingresso gratuito - ha commentato il capogruppo della Lega Nord in Comune, Fabrizio Ricca -, non prevede ingressi ridotti per anziani o insegnanti, trincerandosi dietro la scusa che sarebbe “un museo privato”, come mi è stato risposto dal centralino prenotazioni, abbia avuto questa alzata d’ingegno. Verrebbe da dire: “Fortunato chi parla arabo, e sfigati quelli che parlano altro”. Invece di rincorrere sparate pubblicitarie radical chic, il Museo si attivi per permettere ai tanti torinesi che non se lo possono permettere di scoprire un vanto della Città”.

E ancora: "Sui manifesti c’è scritto che basta mostrare un documento - continua Ricca -. Staranno scherzando, spero. Uno può avere un nome arabo ed essere nato in Italia e non conoscerne una parola. Ci sono anche occidentali che parlano arabo, a cominciare dagli studenti torinesi che lo studiano. E se dovessero rivendicare lo sconto? Che si fa? L’esamino di lingua davanti alla biglietteria?”

Ricca poi non risparmia critiche alla locandina pubblicitaria ideata dall'Egizio: “La donna ritratta è velata - affonda il consigliere -, riproponendo lo stereotipo della donna araba, quindi musulmana, quindi velata. E invece ci sono tante donne arabe e musulmane che il velo non lo portano, cosi come ci sono donne arabe ma cristiane. Anzi, una buona fetta degli immigrati egiziani è costituita da cristiani copti: sono forse meno arabofoni dei loro compatrioti?”

Ricca conclude: “Ci aspettiamo, da un’istituzione culturale come l’Egizio, iniziative che aiutino l’opinione pubblica a superare stereotipi e allargare i propri orizzonti mentali, e invece la campagna che dovrebbe perseguire quel fine, alimenta tutto il contrario”
 

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