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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca Barca / Via Vittime di Bologna, 13

Omicidio a Torino Barca: prende la madre a pugni, lei cade e muore

Il figlio (denunciato dal padre) ha confessato il giorno dopo l'accaduto

Un omicidio è avvenuto sabato 27 maggio 2023 in via Vittime di Bologna, in un palazzo gestito da Atc nel quartiere Barca di Torino. I sanitari avevano trovato in casa il corpo di Mariuccia Godasso, 75enne morta apparentemente per una caduta accidentale. Tuttavia, il marito Pietro Berardino, 72 anni, si è presentato alla stazione Falchera dei carabinieri accusando il loro figlio Gianluca Berardino, 44enne senza fissa dimora, di maltrattamenti in famiglia, vessazioni e aggressioni subite da tempo.

Nel frattempo il figlio si è presentato alla stazione dei carabinieri Regio Parco, prima negando e poi, nella giornata di domenica 28, ammettendo di aver colpito sua madre al volto con un pugno senza alcun motivo apparente, lasciandola esanime a terra. Precedentemente, aveva fornito una versione falsa dei fatti, dichiarando agli investigatori intervenuti, coordinati dal pm Antonella Barbera della procura cittadina, che sua madre fosse caduta accidentalmente. Le indagini sono tuttora in corso. Gianluca Berardino è in stato di fermo ed è stato portato nel carcere delle Vallette. È assistito dall'avvocato Antonella Delaurenti.

Il vicino di casa: "Gianluca non si vedeva mai"

"Sabato mattina ho visto Pietro e Gianluca, che per la verità non sapevo neanche che fosse suo figlio perché qui non si vedeva quasi mai, andare a fare un po' di spesa insieme - racconta Filippo, vicino di casa della vittima al pianterreno dello stabile Atc, che ospita 50 famiglie tra i civici 13 e 15 -. Mariuccia invece era rimasta in casa, come faceva sempre, non andava da nessuna parte, nemmeno in chiesa. Lei non usciva quasi mai e qui nel palazzo parlava spesso con la nostra vicina di casa Maria. All'apparenza era tutto tranquillo. Poi sono uscito per un giro in bici e ho trovato i sanitari che soccorrevano Mariuccia. L'ambulanza era stata chiamata proprio da Maria. La porta era socchiusa, ci avevano detto che era caduta in casa. Loro abitavano qui da cinque-sei anni, erano una famiglia tranquilla. Mai sentiti litigare né dare altri problemi. Sapevamo che c'era qualche problema col figlio, ma niente di più e soprattutto niente che dovesse fare preoccupare. Lui qui non si vedeva mai, non sapevamo neanche se abitasse qui o meno".

Un altro vicino di casa racconta di avere sentito il trambusto dei soccorsi sabato in tarda mattinata e poi nel giorno successivo di avere assistito a un sopralluogo dei carabinieri, che hanno controllato anche i cassonetti dell'immondizia, forse alla ricerca di un corpo contundente. Che non è stato trovato. "Gianluca? - risponde -. Per quello che ne so passava le giornate al chiosco di via Sempione angolo via Bologna a giocare a calcetto. Non mi risulta che fosse una testa calda, era soltanto un po' particolare".

Al chiosco: "Gianluca era bravissimo, non può essere stato lui"

Nel primo pomeriggio di sabato 27 Gianluca Berardino si è recato al chiosco bar di via Sempione angolo via Bologna come faceva tutti i giorni. Giocava a calcetto, chiacchierava e spendeva i pochi soldi che percepiva tramite il reddito di cittadinanza. "Sembrava un po' intontito - dice uno dei suoi amici - ma nulla che ci potesse preoccupare". "Per noi - dice Rita, la titolare del locale - è molto di più di un cliente. Ha sempre passato le giornate qui, è uno di famiglia. E posso assicurarlo: non farebbe male a una mosca. Vogliamo che la verità su questa storia venga fuori, perché siamo sicuri che non sia stato lui". Un altro dei suoi amici la pensa nello stesso modo: "Gianluca è uno che non reagisce neanche se lo insulti. Figuriamoci se è stato capace di tirare un pugno a sua madre, per cui tra l'altro stravedeva. Per quanto mi riguarda, anche se lui ha ammesso è andata diversamente. Si è andati a cercare il più grosso e anche il più debole". E un altro cliente dice: "Quell'uomo è seguito dai servizi psichiatrici della zona. Nel caso fosse stato davvero lui, cosa di cui dubito fortemente, è senz'altro perché non è stato seguito adeguatamente".

Nella mattinata di domenica, sempre secondo il racconto della titolare del chiosco bar, Gianluca Berardino si stava recando dai carabinieri. "Poi è arrivato Fabrizio, il suo fratello minore che ogni tanto si vede anche lui qui, e lo ha portato con lui, sempre dai carabinieri. Era deciso di andare a raccontare la sua versione dei fatti".

Il precedente: l'appartamento occupato in via Ghedini

La famiglia Berardino-Godasso aveva già fatto parlare di sé su TorinoToday nel marzo di nove anni fa. Allora Pietro, Mariuccia e Gianluca furono protagonisti dell'occupazione abusiva di un appartamento pubblico in via Ghedini e raccontò alla nostra testata la propria versione dei fatti e tutte le problematiche che aveva dovuto affrontare.

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