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Cronaca Vallette / Via Maria Adelaide Aglietta, 35

Detenuto dà fuoco a un materasso nel carcere di Torino, venti giorni fa uccise il compagno di cella

Due agenti di polizia penitenziaria sono rimasti feriti, lui era appena trasferito da Velletri (Roma) dove era avvenuto l'omicidio

A poco più di due settimane dopo avere ucciso un compagno di cella nel carcere di Velletri (Roma) lo scorso 19 giugno 2023, Federico Brunetti, 26enne romano con evidenti problemi psichiatrici, ha provocato il caos anche in quello delle Vallette a Torino, dove era stato trasferito dopo l'accaduto. Nella serata di ieri, sabato 8 luglio, prima ha appiccato un incendio con un materasso nel bagno della propria cella e successivamente ha tentato di strappare dalle mani dell’agente di polizia penitenziaria le chiavi della stessa cella, che il poliziotto si stava apprestando ad aprire per poter spegnere l’incendio con l’estintore.

Un agente, nel resistere a Brunetti, si è procurato una distorsione al polso che gli è stato contorto dal detenuto. Dopo l'accaduto è stata fatta evacuare l’intera sezione, mentre l'esagitato si è asserragliato nella cella pretendendo un medico prima di uscire. Solo dopo un grande sforzo degli agenti di polizia penitenziaria è stata riportata la calma nella sezione. Alla fine Brunetti, che deve rispondere dell'omicidio del 43enne brasiliano Marcos Schinco, che era stato massacrato a calci e pugni, è tornato a dormire nella sua cella. I due agenti di polizia penitenziaria presenti sono stati trasportati al pronto soccorso dell'ospedale Maria Vittoria, da cui sono stati dimessi con prognosi di tre (per la distorsione al polso) e due (per l'intossicazione da fumo) giorni. 

"È giunta l’ora - commentano dall'Osapp, sindacato autonomo di polizia penitenziaria - che la Regione Piemonte individui urgentemente strutture idonee diverse dalle Rems dove allocare e curare i soggetti con problemi psichiatrici che, come più volte denunciato da noi, in carcere non devono stare. L'assessorato regionale alla sanità dovrà inviare all’interno del carcere gli specialisti per evitare il tour penitenziario cittadino dei detenuti presso le strutture esterne con grave pericolo per la sicurezza di tutti. Speriamo di essere ascoltati perché di incontri e chiacchiere ne abbiamo fatti e sentite già tanti e ad oggi nessun provvedimento concreto è stato assunto".

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