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Cronaca Lombriasco

Estorsione a una donna di Lombriasco: "Abbiamo immagini compromettenti di tuo figlio, paga o la mafia ti brucia la casa"

Un ragazzo e una ragazza sono stati arrestati, si indaga su altri episodi analoghi

Un 26enne italiano di Torino e una 18enne italiana di Santena, sua fidanzata, sono stati arrestati (lei è finita ai domiciliari) dai carabinieri della compagnia di Moncalieri e della stazione di Pancalieri lo scorso venerdì 13 maggio 2022 con l'accusa di estorsione verso un'italiana di 52 anni, disabile costretta su una sedia a rotelle, e di suo figlio residenti a Lombriasco. Sono accusati di avere minacciato le vittime sostenendo di avere "immagini compromettenti" (non meglio precisate) del giovane (che in realtà non avevano) e di essersi fatti consegnare dalla donna, quel giorno, 1.200 euro in contanti a fronte di una richiesta iniziale di 75mila euro, poi ridotta a 5mila. La ragazza santenese è stata sorpresa fisicamente in casa a riscuotere la somma (le banconote dei 1.200 consegnati erano state preventivamente fotocopiate dai militari), mentre il giovane torinese, ritenuto l'ideatore dell'estorsione, si trovava in attesa fuori a bordo di un'auto con un terzo ragazzo, risultato estraneo ai fatti.

L'episodio del 13 maggio era stato preceduto da un ulteriore fatto, avvenuto il 12 aprile precedente. In quell'occasione il 26enne (difeso dall'avvocato Claudio Bragaglia e che si è avvalso della facoltà di non rispondere nell'udienza di convalida davanti al giudice Claudio Ferrero del tribunale di Torino, che ha convalidato gli arresti) si era presentato in casa delle vittime e aveva minacciato la donna sostenendo che il figlio avrebbe avuto un debito con lui: "Se non paghi la mafia ti brucia la casa", le aveva detto. Lei aveva chiamato i carabinieri che avevano rintracciato il 26enne in via Roma a Pancalieri, lo avevano trovato in possesso di una bomboletta di spray urticante (che aveva anche in occasione dell'arresto il 13 maggio) e lo avevano denunciato.

Questo, però, non lo aveva fermato e lui aveva continuato a inviare richieste di denaro via Whatsapp (raccontava di "avere sangue calabrese nelle vene" per millantare un'inesistente appartenenza alla 'ndrangheta) sostenendo di avere appunto dei video compromettenti del figlio della 52enne. Era così riuscito a fissare l'appuntamento per il versamento del denaro. A riscuotere, però, era entrata la ragazza (difesa dall'avvocato Elisabetta Corbelletti e che invece ha risposto alle domande del giudice, dando tutte le colpe al fidanzato).

Ad accusare il 26enne torinese ci sono altri due uomini: uno dei due ha raccontato di avergli consegnato 70 euro sotto la minaccia di "mettere la sua pizzeria a soqquadro", mentre un altro ha raccontato che, nel febbraio precedente, aveva dovutro consegnargli 800 euro per il riscatto di un cellulare rubato e altri 2mila euro dopo essere stato aggredito con spray urticante e con un colpo di balestra, fortunatamente non andato a segno. L'arma è stata trovata il 13 maggio nella perquisizione a casa dell'arrestato. Chiaramente, questi ulteriori due episodi saranno oggetto di ulteriori indagini.

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