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Cronaca

Emergenza carceri e detenuti: a Torino si rischia il caos

I provvedimenti decisi dal Governo per contrastare l'emergenza carceri rischiano di aggravare l'emergenza sicurezza. La denuncia del Sindacato Autonomo di Polizia

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TorinoToday

"E' una follia trattenere obbligatoriamente negli uffici di polizia gli arrestati in attesa di un processo per direttissima. A Torino abbiamo, presso il Commissariato San Paolo, appena una decina di camere di sicurezza. Gli operatori di polizia delle volanti saranno costretti a piantonare in ufficio queste persone, dovranno pagare coi loro soldi anche i pasti e non potranno presidiare il territorio. Problemi simili li avranno anche i carabinieri e la guardia di finanza. Inoltre, non ci sono i soldi per pagare gli straordinari al personale che dovrà occuparsi degli arrestati. Con le chiacchiere pensano di risolvere l'emergenza carceri e invece aggravano l'emergenza sicurezza, specialmente a Torino". E' quanto afferma Massimo Montebove, consigliere nazionale per il Piemonte del sindacato di polizia Sap, che critica le decisioni del Governo.

"Ma c'e' dell'altro. Presto centinaia di detenuti, solo a Torino - spiega Montebove -, saranno liberi perche' non solo hanno ben pensato di intervenire sui trattenimenti legati ai processi per direttissima, ma hanno pure 'regalato' a gente condannata anche per gravi reati la possibilità di scontare gli ultimi 18 mesi di pena ai domiciliari. Peccato che non ci siano operatori delle forze di polizia sufficienti per monitorare le abitazioni di questi soggetti. Spostano il problema dalle carceri alla sicurezza generale. Cercheremo, per quanto nelle nostre possibilità, di far cambiare immediatamente queste nuove norme".

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