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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Santena

Santena, bomba davanti a casa di un imprenditore: due arresti

I due arrestati, secondo l'accusa, avrebbero piazzato la bomba davanti alla casa dell'imprenditore per farsi consegnare 120 mila euro, somma dovuta per un affare dell'anno prima andato male

Due persone sono state arrestate dai carabinieri, in provincia di Torino, con l'accusa di avere confezionato e installato una bomba artigianale davanti all'abitazione di un imprenditore edile di Santena. I fatti risalgono allo scorso 12 dicembre.

L'ordigno era stato realizzato con cinque litri di benzina, due chili di chiodi, una miccia lunga 80 metri e 25 ricariche di gas da campeggio. Nonostante fosse stata innescata, la bomba però fortunatamente non esplose.

I due arrestati, secondo l'accusa, avrebbero piazzato la bomba davanti alla casa dell'imprenditore per farsi consegnare 120 mila euro, somma dovuta per un affare dell'anno prima andato male. E' stato lo stesso imprenditore edile a suggerire il sospetto ai carabinieri, che hanno messo sotto controllo i loro telefoni e li hanno così incastrati. Alcuni giorni dopo l'episodio della bomba, infatti, uno dei due arrestati ha telefonato all'imprenditore minacciandolo di morte. "L'avvertimento l'hai avuto - dice l'estorsore - paga i debiti, se no la prossima volta ricevi pallottole in testa...".

Ordigno artigianale con chiodi a Santena

Gli arrestati sono un imprenditore edile, R.L., 54 anni, residente a Sanfront (Cuneo) ma di fatto abitante a Lombriasco (Torino), ritenuto il mandante dell'attentato, e un suo dipendente, U.S., 53 anni, di Carmagnola (Torino), ritenuto l'esecutore materiale. Devono rispondere entrambi di estorsione. Secondo gli investigatori, la bomba sarebbe stata piazzata (e probabilmente avrebbe dovuto esplodere) a titolo di avvertimento nei confronti dell'impresario di Santena che, trovandosi in difficoltà economiche, aveva avuto 90.000 euro in prestito da Lamberti.

Quest'ultimo, però, aveva aumentato le sue richieste di interessi col passare del tempo arrivando - come si evince dall'ordine di custodia cautelare spiccato dal gip Elisabetta Chinaglia su richiesta del pm Enrica Gabetta - a 300.000 euro, che comprendevano anche un appartamento per sua figlia. Otto giorni dopo il ritrovamento della bomba, l'imprenditore ricevette una telefonata da Skrl che gli disse "L'avvertimento l'hai avuto. Paga i debiti, se no la prossima ricevi pallottole in testa".

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