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Cronaca Bertolla / Lungo Stura Lazio

Un villaggio della disperazione sulle sponde dello Stura

Un sopralluogo del coordinatore Fabrizio Genco ha permesso di scoprire alcuni nodafricani, ormai collocati stabilmente sulle sponde del fiume Stura

Dagli orti alle baracche il passo è stato breve. E’ bastato utilizzare dei terreni abbandonati e trasformarli in ripari di fortuna. Un villaggio abusivo scuote la realtà di lungo Stura Lazio. Famiglie di senzatetto, quasi tutte composte da nordafricani, hanno costruito dei tuguri in legno e lamiera, in grado di ospitare poche persone. Niente a che vedere con la baraccopoli vicino al ponte Amedeo VIII di strada Settimo. Per fare la conoscenza degli ospiti occorre percorrere una stradina vicina al fiume e fare lo slalom tra i topi. “Questi terreni erano di proprietà di alcuni italiani” ci racconta uno dei ragazzi della zona. “Poi siamo arrivati noi, non avevamo un posto dove andare e con quel che passava il convento abbiamo tirato su queste casette”.

Gli orti vicino alla strada ci sono ancora, sono gli ultimi rimasti dopo il grande cambiamento. Attorno solo catapecchie costruite in parte con le masserizie gettate vicino ai bidoni dagli scaricatori. “A volte vedevamo dei camion arrivare e abbandonare nel piazzale rifiuti di ogni tipo - continua il giovane -. Con il legno e qualche martello recuperato in giro ci siamo guadagnati la sopravvivenza”.

Ma con i nomadi del campo abusivo di lungo Stura Lazio loro non vogliono avere nulla a che vedere. “Non li conosciamo. Noi non disturbiamo loro e viceversa”. Parole chiare e decise che fanno capire come si sopravvive da queste parti. Del problema se ne sta interessando il coordinatore della circoscrizione Sei Fabrizio Genco. “Ho effettuato un sopralluogo – spiega Genco -. Parlerò con le forze dell’ordine. Ma cacciare i disperati dalle sponde del lungo Stura non sarà per niente facile”.

Villaggio sul lungo Stura Lazio

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