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Cronaca Falchera / Via Ivrea

Il calvario di un disabile: "Senza la sedia a rotelle non esco più di casa"

Giovanni G., 74enne residente nelle case popolari di via Ivrea, ha chiesto tre mesi fa una carrozzina. Ma dall'Asl non gli è arrivata alcuna risposta

Costretto a passare le giornate nel letto a causa di un intervento di atroprotesi all’anca che gli impedisce di camminare come una qualsiasi persona. Giovanni G., 74enne residente nelle case popolari di via Ivrea, da tre mesi non può più uscire di casa senza l’aiuto dei suoi figli. Neanche fosse agli arresti domiliciari. L’uomo si potrebbe spostare solo con la sedia a rotelle.

Il problema, però, è che quel mezzo a quattro ruote non è ancora arrivato in casa nonostante le pressioni dei familiari all’Asl. Così Giovanni non può prendere l’ascensore e tanto meno fare le scale, persino in casa sua fa una fatica incredibile a fare due passi senza appoggiardi al tavolo o alla credenza. Le anche e le ginocchia non funzionano a dovere. E le radiografie parlano chiaro.

“Mio papà non esce dal suo appartamento – racconta Daniele, il figlio di 36 anni -. Da solo non riesce a fare alcun movimento e se non ci siamo noi in casa diventa un problema. Rischia di farsi male e se deve andare in bagno è costretto ad aspettare che qualcuno di noi rientri e lo accompagni”. A fare la spesa e a non far mancar mai nulla al padre ci pensa come sempre Daniele. Per le visite mediche, invece, bisogna davvero ingegnarsi e sperare nell’aiuto di qualche condomino.

Una situazione aggravata, da due mesi a questa parte, da tutta una serie di problemi alle gambe e da alcune accidentali cadute. Oltre che da una burocrazia sorda continua a non voler porre rimedio a situazioni come quella di Giovanni. “Dobbiamo sollevarlo di peso – continua Daniele -. Ma senza sedia a rotelle non possiamo certo portarlo in giro sulle nostre spalle, sarebbe da folli”.

Il sogno dell’anziano, con un passato da ex muratore, è uno soltanto, quello di poter usufuire di una comunissima sedia a rotelle che si sostituisca alle sue gambe. E del dramma di Giovanni se ne sta occupando anche il consigliere della circoscrizione Sei Vincenzo Iatì. “E’ necessario che l’Asl ponga rimedio a questa inaccettabile situazione – accusa Iatì -. Di fronte a queste realtà non servono parole ma solo soluzioni immediate”.

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