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Cronaca

Diritto al panino, il Comune non ci sta e ricorre in Cassazione

La sindaca infatti ha sempre difeso il diritto alla mensa. E intanto nelle scuole, regna inevitabilmente il caos

La questione del diritto al panino a scuola continua a creare disordine. E il Comune di Torino non ci sta. In seguito alla sentenza della Corte d'Appello di giugno, che riconosce la libertà di scelta tra consumare il pasto portato da casa o usufruire della mensa scolastica, la Città, nella persona del sindaco Chiara Appendino, ha deciso di ricorrere in Cassazione.

D'altronde, la prima cittadina pur essendo stata disponibile ad ascoltare  - in varie sedi - richieste e lamentele dei genitori "dissidenti", ha da sempre difeso il servizio mensa: " Possiamo discutere di come migliorare il servizio - aveva detto la sindaca -: della qualità e dei costi. Ma quello alla mensa è un diritto conquistato e va mantenuto. E spero che le famiglie torinesi continuino ad iscrivere i loro figli alla mensa". 

Anche perché, dopo aver cantato vittoria per aver visto riconosciuto il diritto a nutrire i propri figli con le modalità ritenute più consone, le famiglie che si sono ribellate alla mensa scolastica - o meglio, i loro figli - ora devono fare i conti con il caos che inevitabilmente regna nelle scuole.

 I refettori attuali, secondo le normative vigenti, non permettono il consumo del cibo portato da casa, e i bambini che hanno il loro panino - o baracchino - mangiano in altri locali (ove presenti, ndr), restando così separati dai loro compagni, con un'ulteriore "bagarre". Non paghi di averla avuta vinta infatti, i genitori ora urlano al 'rischio emarginazione'.

Ma non finisce qui: c'è il tema della sorveglianza dei piccoli studenti, ora tutti sparpagliati in locali diversi, e ultimamente è emerso il problema "contaminazione" da cibi estranei non certificati, strillato dai genitori che invece la mensa la usano eccome.

Per non parlare della qualità del cibo. Checché ne dicano le famiglie che hanno tolto i figli dalla mensa, il servizio è ovviamente curato da nutrizionisti esperti e i menù nascono per essere consumati da bambini con le esigenze più diverse.

Quindi non è detto che il panino fatto da mammá con l'hamburger e il ketchup - "Ma a questi bambini mica si possono sempre propinare la pasta in bianco e le carote!" - abbia tutte le caratteristiche adatte ad un pasto sano, nutriente ma anche leggero e digeribile. Insomma, non se ne esce e in fondo al tunnel, per ora, la luce non si vede ancora. Sul territorio intanto sono già il 10% le famiglie hanno deciso di rinunciare al servizio. 

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