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Cronaca

Violenza in carcere, detenuto dà in escandescenza e sferra un pugno in pieno volto a un agente

L'episodio è stato segnalato dall'Osapp: " La sicurezza dei poliziotti è continuamente messa a repentaglio"

Ennesima aggressione al personale di polizia penitenziaria al carcere Lorusso e Cutugno di Torino. Ieri, venerdì 12 novembre, nel tardo pomeriggio, un detenuto straniero, dopo aver preteso con urgenza la somministrazione della terapia, ha dato in escandescenza rifiutandosi di rientrare nella sezione detentiva di appartenenza. Il poliziotto presente ha cercato di far ragionare l'uomo che però non ha voluto sentire ragioni: dapprima si è scagliato contro le porte dell’ascensore e poi ha sferrato, senza motivo, un violento pugno in faccia all’agente di polizia penitenziaria in servizio. Solo successivamente il detenuto è stato convinto a rientrare in cella. Il poliziotto colpito è stato costretto a recarsi per le medicazioni all’Ospedale Maria Vittoria.

Un episodio denunciato dall'Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria): “Quanto accaduto è il risultato di una politica penitenziaria attuata in assoluto dispregio delle condizioni di lavoro del personale di polizia penitenziaria - ha commentato il segretario generale Leo Beneduci - spesso lasciato solo nelle sezioni detentive, a operare in assoluta ristrettezza di mezzi e di supporti anche con 100/150 detenuti alla volta, con detenuti di estrema pericolosità e talvolta con problemi psichiatrici. Si tratta dell’ennesimo episodio a riprova del fatto che un eccessivo “buonismo” nella gestione di penitenziari problematici come quello di Torino può mettere a repentaglio l’ordine e la sicurezza nonché l’incolumità del personale che vi opera". 

Proprio ieri, davanti al Carcere di Torino, la quasi totalità delle sigle sindacali Osapp, Sappe, Uilpa, Uilpa P.P., Sinappe, Fns Cisl e Cgil hanno tenuto un sit in di protesta contestando duramente la gestione del penitenziario in relazione all’assenza di dialogo e di direttive e alle forti tensioni derivanti da turni massacranti, dall’assenza di una programmazione equa dei turni di servizio e dallo stravolgimento quotidiano della stessa, dalle continue aggressioni, dai quotidiani problemi di gestione della popolazione detenuta maschile e femminile e altro ancora.

"Chiediamo dunque, con forza, l’intervento immediato del Ministro Cartabia - sottolinea ancora l'Osapp - considerato che il personale di polizia penitenziaria non interessa più a nessuno – le politiche penitenziarie oramai sono completamente concentrare a favore dei soli detenuti tanto che i veri torturati sono i poliziotti che quotidianamente operano, nelle carceri italiane, ogni giorno, in condizioni sempre più drammatiche e difficili anche in ragione del grave sovraffollamento”. 

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