A Torino la macchina delle cure gratis per stranieri che non ne avevano diritto: un arresto, 154 denunce
Nei guai anche un dipendente dell'Agenzia delle Entrate
Avrebbero costruito un complesso meccanismo che consentiva di frodare il sistema sanitario nazionale, garantendo a loro connazionali albanesi cure mediche gratuite senza averne diritto. Per questa ragione nella mattinata di oggi, lunedì 22 marzo 2021, i carabinieri di Torino hanno notificato a una donna la misura cautelare degli arresti domiciliari, a un'altra donna quella dell'obbligo di firma e a un uomo, figlio della prima donna (e di nazionalità italiana) quella della sospensione dal pubblico ufficio, visto che si tratta di un impiegato dell'Agenzia delle Entrate. I reati contestati, a vario titolo, sono truffa aggravata ed accesso abusivo in banca dati.
L’indagine, condotta tra settembre 2019 e ottobre 2020 dai militari del nucleo investigativo, ha consentito di documentare come le due donne, operando in qualità di mediatrici culturali nei centri Informazione Salute Immigrati di Torino e provincia, abbiano favorito in maniera illecita degli albanesi consentendo loro di curarsi a spese del contribuente italiano.
Le due, con l'aiuto del figlio di una di loro, avrebbero sfruttato una norma che permette allo straniero, anche se irregolare sul territorio nazionale, di curarsi gratis nel caso dimostri la propria indigenza. Secondo quanto accertato, loro invitavano gli albanesi con cui entravano in contatto a dichiarare una data di ingresso in Italia risalente a oltre tre mesi prima (tempo di permanenza consentito per motivi di turismo), così da risultare irregolari sul territorio nazionale. Per evitare si risalisse alla reale data di accesso in Italia attraverso il visto impresso sul passaporto, invitavano a sporgere denuncia di smarrimento del documento. Successivamente veniva fatta redigere una falsa dichiarazione di indigenza e a questo punto veniva concesso il codice che permetteva di accedere alle cure gratuire. L'uomo, invece, avrebbe eseguito accessi abusivi nella banca dati dall’Agenzia delle Entrate per accertamenti patrimoniali sui beneficiari delle prestazioni.
La attività condotte hanno consentito di individuare 152 albanesi che hanno sfruttato tale sistema, tutti indagati in concorso per truffa. Di questi, è emerso dalle indagini, la maggioranza sarebbe arrivata in Italia con l’unico scopo di curarsi gratuitamente. In totale sono stati accertati 175 episodi di frode per un danno complessivo pari ad oltre un milione di euro.