Torino saluta le griffe: 40 serrande abbassate dal centro al Lingotto
Lasciano Torino Calvin Klein, Timberland, Guess, Marlboro, Furla. 127 lavoratori in cassa integrazione
La crisi non demorde, anzi: peggiora. Specialmente a Torino. Già da giugno, infatti, abbandoneranno la città della Mole decine di negozi "griffati" come Calvin Klein, Timberland, Guess, Marlboro, Furla. Ventisette nel centro città, gli altri alla 8 Gallery del Lingotto. Altri sei negozi di marca chiuderanno nel resto della Regione Piemonte. In tutto quaranta. L'abbandono delle griffe si inserisce in una situazione già di suo estremamente difficile, specialmente per Torino, e ne diventa uno dei più evidenti campanelli d'allarme.
La notizia della chiusura dei locali è stata annunciata ai sindacati da Holding Tessile, che gestisce decine di negozi, e ha chiesto la cassa integrazione straordinaria per 127 lavoratori, mentre altri 27 sono apprendisti. Alcune chiusure sono del resto già iniziate.
"E' un segnale di crisi profonda che non bisogna sottovalutare, ma non c'é nulla da stupirsi. Sono anni che segnaliamo le difficoltà per il settore. Ci sono poi scelte sbagliate da parte dell'amministrazione locale, come la pedonalizzazione di aree del centro, c'é il problema degli affitti sproporzionatamente alti", spiega Maria Luisa Coppa, presidente dell'Ascom Confcommercio Torino, "Sono negozi che appartengono tutti a un unico gruppo che è in difficoltà. La situazione dei consumi è molto grave, anche se a fronte di aziende che chiudono altre resistono e altre ancora aprono". La presidente dei commercianti chiede però provvedimenti più efficaci da parte del governo, azioni che "fermino la china discendente altrimenti il rischio è che la scivolata non si fermi più".