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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Coronavirus, dati ultime 24 ore: per la prima volta il numero dei guariti supera quello dei deceduti

Alberto Cirio: “L’emergenza non è finita. Stare in casa non è un appello. È la regola”

In Piemonte per la prima volta dall’inizio dell’emergenza, il numero dei guariti virologicamente (77) supera quello dei decessi (56). I ricoverati in terapia intensiva sono 447. I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 38.638, di cui 22.806 risultati negativi.

Questo pomeriggio l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che il numero complessivo di pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, è salito a 342 (77 in più di ieri), cosi suddiviso su base provinciale: 16 in provincia di Alessandria, 19 in provincia di Asti, 15 in provincia di Biella, 29 in provincia di Cuneo, 21 in provincia di Novara, 196 in provincia di Torino, 24 in provincia di Vercelli, 13 nel Verbano-Cusio-Ossola, 9 provenienti da altre regioni. Altri 546 sono “in via di guarigione”, cioè risultati negativi al primo tampone di verifica dopo la malattia e in attesa ora dell’esito del secondo.

56 decessi, complessivamente 1.144

Sono 56 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 17 in provincia di Alessandria, 2 in provincia di Biella, 1 in provincia di Cuneo, 5 in provincia di Novara, 27 in provincia di Torino, 3 nel Verbano-Cusio-Ossola, 1 proveniente da altra regione. Il totale complessivo è ora di 1.144 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 219 ad Alessandria, 52 ad Asti, 84 a Biella, 76 a Cuneo, 133 a Novara, 443 a Torino, 59 a Vercelli, 58 nel Verbano-Cusio-Ossola, 20 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

Situazione contagi

Sono 11.839 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 1.630 in provincia di Alessandria, 570 in provincia di Asti, 561 in provincia di Biella, 960 in provincia di Cuneo, 973 in provincia di Novara, 5.804 in provincia di Torino, 583 in provincia di Vercelli, 540 nel Verbano-Cusio-Ossola,169 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 45 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

La mappa dei contagi in Italia 

Coronavirus Piemonte: ordinanza prorogata fino al 13 aprile

Firmata dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio la proroga dell’ordinanza sulle misure di contenimento al coronavirus valide su tutto il territorio. Avrà efficacia fino al 13 aprile in linea con il decreto del Governo. In Piemonte restano valide tutte le restrizioni già previste nella precedente ordinanza, con alcune novità che stringono ulteriormente le maglie del contenimento.

Vietata ogni attività sportiva all’aria aperta, salvo brevi uscite nei pressi della propria abitazione che sono consentite solo entro una distanza massima di 200 metri.

Viene estesa in modo specifico anche ai mercati la regola che vi si possa recare una sola persona per nucleo familiare, esattamente come già previsto per tutti gli altri esercizi commerciali.

Badanti e colf possono proseguire l’attività lavorativa solo in caso di assistenza necessaria per persone non autosufficienti o parzialmente autosufficienti. E' consentito alle persone addette all’assistenza di anziani, ammalati o diversamente abili (badanti) di svolgere la propria attività solo in presenza di esigenze comprovate e indifferibili della persona seguita.

Tra i divieti previsti dall’ordinanza non figura l’attività di assistenza a minori da parte di terzi (baby sitting). Accanto alle nuove restrizioni sono stati previsti, inoltre, alcuni chiarimenti che verranno pubblicati come FAQ sul sito della Regione.

Gli spostamenti dei volontari sono consentiti, ma solo se strettamente connessi alla gestione dell’emergenza Coronavirus.

La priorità di accesso agli esercizi commerciali è valida per tutti gli operatori impegnati in prima linea nell’emergenza e in possesso di regolare tesserino: volontari della protezione civile e operatori sanitari, tra cui medici, infermieri e anche farmacisti.

Insieme alla Prefettura si sta inoltre valutando la possibilità di incrementare il regime sanzionatorio. La proposta del Presidente della Regione è di raddoppiare il valore delle sanzioni su tutto il territorio piemontese. “Sono sinceramente molto preoccupato - dichiara il presidente Cirio -. Temo che molte persone non abbiano ancora capito che questa è una guerra e che in guerra si sta a casa. Ho visto troppa gente a passeggio in queste ultime ore. Ne va della salute di tutti e ogni leggerezza vanifica gli sforzi enormi che tutto il sistema sta facendo in una situazione che non ha precedenti. Stare a casa non è un appello, è la regola che vale per tutti”.

Cirio: “L’emergenza non è finita”

Nella serata di venerdì 3 aprile il presidente della regione Piemonte Alberto Cirio è tornato a rivolgersi ai piemontesi per non vanificare lo sforzo che tutta la popolazione sta facendo e per ribadire che si esce di casa solo per necessità. Con un breve video girato davanti a un’ambulanza, Cirio ha chiesto ai piemontesi un impegno maggiore per rispettare le misure di contenimento. “Vedo e mi segnalano ancora troppe persone in giro – ha detto il presidente della Regione -. Il problema reale è che se la gente va in giro il contagio non si ferma, per questo ho firmato la nuova ordinanza che proroga fino al 13 aprile le misure di contenimento con nuove restrizioni”. 

La preoccupazione di Cirio

Limiti e misure rigide provocano disagio, ma bisogna continuare a rispettare le regole. Cirio ha ricordato che abbiamo dei segnali positivi che però non vanno vanificati. Nel video il presidente della Regione ha ribadito: “Con la prefettura sto ragionando addirittura di raddoppiare le sanzioni per chi non rispetta le regole all’interno del nostro Piemonte. È una cosa che deve valere per tutti, non è una richiesta”. 

Infine Cirio ha concluso: “Sono sinceramente molto preoccupato. Ho visto troppa gente a passeggio in queste ultime ore. Ne va della salute di tutti e ogni leggerezza vanifica gli sforzi enormi che tutto il sistema sta facendo in una situazione che non ha precedenti. Stare in casa non è un appello: è la regola che vale per tutti”.

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