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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Confiscato l'ultimo tesoro al "Mago della truffa": aveva intestato 1,6 milioni alla convivente

Recentemente alla coppia erano già stati confiscati immobili, Suv e diamanti

La guardia di finanza di Torino confisca fondi azionari per circa un milione e seicentomila euro. Il provvedimento è stato eseguito nei confronti di T.L., quarantenne di origini russe convivente di M.P., meglio conosciuto alle forze dell'ordine come il "Mago della truffa". Pluripregiudicato, più volte condannato per truffe, furti, emissione di assegni a vuoto, associazione a delinquere, estorsione e riciclaggio, il sessantenne è di origini calabresi ma da anni residente a Torino. 

Confische a raffica

Recentemente la coppia aveva subito un analogo provvedimento di confisca, che aveva interessato nove immobili ubicati tra le province di Torino, Vercelli e Alessandria. Tra questi un lussuoso appartamento nella centrale via Garibaldi a Torino dove la coppia viveva, oltre ad un SUV e alcuni diamanti contenuti in una cassetta di sicurezza presso una banca, per un valore totale di oltre due milioni e duecentomila euro.

Nullatenente per il fisco italiano e privato del consistente patrimonio, M.P., sempre insieme alla convivente, si è adoperato per far rientrare dalla Svizzera, come accertato dagli uomini delle fiamme gialle, la restante parte del proprio “tesoretto”, depositata su un conto corrente intestato alla donna, acceso presso una banca di Lugano. Beneficiando dello “scudo fiscale ter”, la donna ha così trasferito il denaro presso un istituto di credito italiano, per poi reinvestire l’ingente capitale scudato in fondi azionari.   

Reddito ufficiale incompatibile con il loro tenore di vita

Nei confronti dell’uomo, pertanto, è stata nuovamente avviata la procedura prevista dal codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione.Gli accertamenti patrimoniali hanno infatti dimostrato che M.P. e la convivente disponevano di fonti di reddito ufficiali assolutamente incompatibili con il loro tenore di vita e con le disponibilità finanziarie rientrate dalla Svizzera. Le cifre erano tali da far ritenere che le stesse fossero state accumulate nel tempo, investendo gli illeciti proventi derivanti dai numerosi reati commessi dall’uomo, sin dalla fine degli anni ottanta.

Al termine di un lungo iter giudiziario, la Corte di Cassazione ha sancito la definitiva confisca dei prodotti finanziari per un valore di circa 1,6 milioni euro che, aggiungendosi alla confisca subita dalla coppia nel 2015, porta a 3,8 milioni euro l’entità del tesoro accumulato dal truffatore passato ora nelle mani dello Stato.

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