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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Riqualificazione degli spazi e migliori condizioni di vita per i detenuti

L'accordo prevede una migliore strutturazione degli spazi detentivi e più attività didattiche

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TorinoToday

Oggi martedì 29 aprile presso il Campus Luigi Einaudi, il dott. Enrico Sbriglia, Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per il Piemonte e la Valle d’Aosta, la prof.ssa Laura Scomparin, il Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino, e il prof. Marco Vaudetti, ordinario del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino, hanno firmato il Protocollo d’Intesa per la riqualificazione degli spazi e il miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti.

L’iniziativa si inserisce a pieno titolo nel programma di interventi attuati dall’Amministrazione penitenziaria in esito alla sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo dell’8 gennaio 2013 (cd. sentenza Torreggiani) che ha condannato l’Italia per violazione dell’art. 3 della Convenzione Europea per trattamenti inumani e degradanti nei confronti di persone detenute, obbligando lo Stato italiano a sanare la situazione entro il prossimo 27 maggio.

Certamente uno degli elementi qualificanti della programma definito dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per migliorare le condizioni della vita detentiva è legato alla riqualificazione degli spazi detentivi. D’altra parte da tempo è in corso una collaborazione con il Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino per favorire attività didattica e di ricerca in ambito penitenziario, sancita già con un Protocollo  d’Intesa , firmato due anni fa con la Casa Circondariale di Torino.

Ovviamente il nuovo Protocollo avrà un più ampio respiro ed interesserà tutti gli Istituti penitenziari del distretto, essendo finalizzato a migliorare lo stato complessivo delle strutture architettoniche degli Istituti penitenziari del territorio. Per questo, oltre che favorire l’attività didattica, per lo svolgimento di tesi, progetti ed elaborati di laurea nel settore dell’architettura ed edilizia penitenziaria, nonché esercitazioni ed attività didattiche integrative a complemento della formazione degli studenti, il Protocollo prevede di ampliare la collaborazione per consulenze tecnico scientifiche ed attività di ricerca al fine anche di promuovere, in presenza di possibili finanziamenti, studi di fattibilità in campo europeo sulla qualità delle sedi penitenziarie. Sono previsti inoltre attività formative rivolte in modo specifico agli operatori penitenziari oltre che iniziative di promozione sociale.

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