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Cronaca

Favori e regali dall'imprenditore a funzionari pubblici e carabinieri: otto condannati

Era stato fatto anche un ordine gonfiato di mascherine anticovid

Otto condanne sono state inflitte dal giudice di Torino Giulio Corato nel processo che vede imputati un imprenditore cinese di Moncalieri, titolare della catena di negozi Koko, carabinieri e funzionari pubblici in un'inchiesta che nel febbraio 2022 aveva portato all'emissione di nove misure cautelari da parte dei militari dell'Arma e della guardia di finanza, coordinati nelle indagini dal pm torinese Fabiola D'Errico, che ha anche sostenuto l'accusa. Gli indagati erano complessivamente 15 e ieri, giovedì 16 marzo 2023, è arrivata la prima sentenza, al termine di un processo svoltosi con rito abbreviato. Ve ne sarà un secondo con rito ordinario che riguarda altri indagati. I reati contestati, a vario titolo, sono stati corruzione aggravata, falsità materiale, falsità ideologica, accesso abusivo al sistema informatico e omissione di atti d’ufficio.

All'imprenditore cinese, figura chiave dell'inchiesta, sono stati inflitti sei anni di reclusione. Non è stata la più alta tra le condanne, poiché all'ex vicecomandante del nucleo ispettorato lavoro dei carabinieri di Torino, italiano di 48 anni (difeso dall’avvocato Oliviero Dal Fiume), sono stati inflitti sei anni e quattro mesi di carcere. Sono stati condannati altri tre militari dell'arma (rispettivamente a quattro anni e due mesi per l'ex capo del nucleo ispettorato lavoro, a due anni e dieci mesi e a dieci mesi) e tre funzionari comunali di Rivalta di Torino, Nichelino e Moncalieri (rispettivamente a due anni e quattro mesi, a tre anni e a cinque anni e sei mesi). Chi ha avuto condanne superiori a quattro anni è stato anche automaticamente licenziato: il giudice ha disposto la decadenza del rapporto di lavoro con le amministrazioni pubbliche.

L'inchiesta si era articolata in due filoni: un appalto del 2020 gonfiato per l'acquisto di mascherine anticovid Ffp2 da distribuire nelle caserme dei carabinieri (un ordine di 87mila pezzi dal nucleo ispettorato lavoro all'imprenditore cinese, con un'eccedenza ingiustificata di 47mila pezzi) e, successivamente, un giro di regali (alimentari, buoni carburante, orologi, bottiglie di vino e in un caso anche una serata con una escort) che lo stesso imprenditore, in questo caso nel corso del 2018, avrebbe fatto appunto a carabinieri e funzionari pubblici per avere da una parte un occhio di riguardo nelle pratiche che lo riguardavano e dall'altra di rallentare o bloccare quelle che riguardavano i suoi concorrenti.

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