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Cronaca Poirino

Poirino, condannati due badanti per la morte accidentale di un anziano

Erano accusati di aver messo su una rsa abusiva in un cascinale di campagna e di aver abbandonato a loro stessi due anziani invalidi o con demenze

Erano accusati di aver messo su una rsa abusiva in un cascinale di campagna, a Poirino, e di aver abbandonato a loro stessi due anziani invalidi o con demenze. Per questi fatti una coppia di badanti 50enni è finita alla sbarra per il reato previsto dall'articolo 591 del codice penale, che punisce l'abbandono di minori o incapaci. Agli imputati veniva contestata anche la morte accidentale di un ospite, che era stato affidato alle loro cure da una famiglia per l'estate, in attesa che si liberasse un posto in residenza sanitaria. 

Durante una passeggiata in giardino con il girello, l'anziano era scivolato e aveva sbattuto la testa su una piglia di cemento, rendendo inutili i soccorsi che erano arrivati poco dopo su chiamata dei badanti. In primo grado la Corte d'Assise di Asti li aveva assolti da tutti gli addebiti, ma ieri la Corte d'Assise d'Appello di Torino ha riformato in parte la sentenza di primo grado: assolti dall'accusa di aver trascurato gli ospiti, ma condannati per la morte dell'anziano su cui dovevano vigilare.

In particolare il sostituto procuratore generale Paolo Fiore li accusava di aver messo in piedi un'attività socio-sanitaria di fatto, eludendo gli obblighi (igienici, di personale, dotazioni e sicurezza) a cui soggiacciono case di cura e residenze sanitarie. Ovviamente, trattandosi di un'abitazione privata, nel cascinale mancavano anche la segnalazione delle vie di fuga, gli estintori e l'illuminazione sulle scale. Per la Procura, inoltre, i due "gestori" non avevano i mezzi per assistere delle persone non autosufficienti. In primo grado, però, la Corte non ha accolto questa tesi. 

Durante il dibattimento sono stati chiamati a testimoniare anche vari dipendenti dell'Asl, tra cui una psichiatra, che periodicamente svolgevano dei sopralluoghi nell'ambito del progetto Iesa, che consente alle famiglie di accogliere e ospitare una persona adulta con disturbi psichiatrici. Racconti che hanno fatto emergere la “zona grigia” che esiste tra ospitalità informale (non retribuita o con un corrispettivo simbolico) e residenze vere e proprie.

Il difensore Stefania Marasciuolo ha annunciato che ricorrerà per Cassazione per ottenere l'assoluzione da tutti i capi. “All'anziano sono stati forniti tutti i dispositivi per deambulare in sicurezza, era guardato a vista ed è stato immediatamente portato in pronto soccorso – commenta –. Ritengo che ci sia stata quantomeno una dubbia valutazione e applicazione della legge penale”.

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