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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Collegno / Corso Francia

Strage a Collegno: "La perdita di lavoro può portare a gesti di follia"

Nella chiesa di San Massimo a Collegno don Claudio Campa ha ricordato le quattro vittime di quel che è avvenuto nell'ultimo giorno dell'anno. "Il sangue di queste quattro persone chiede giustizia e solidarietà"

In tanti non si danno ancora pace per la strage avvenuta la mattina del 31 dicembre a Collegno, in corso Francia. Una tragedia familiare nata dalla perdita di un posto di lavoro, che ha portato Daniele Grattini, 56 anni, a uccidere la moglie, la figlia e la suocera, prima di togliersi lui stesso la vita.

Nel comune dove la famiglia abitava, a poche decine di metri dall'alloggio, si è celebrata una messa per ricordare le vittime. "La perdita di lavoro può portare a gesti di follia - ha detto nell'omelia don Claudio Campa, parroco della chiesa di San Massimo di Collegno -. Il sangue di queste quattro persone chiede giustizia e solidarietà. E' andato perduto il vero significato del lavoro, perché il lavoro ci dà dignità. Quando questo viene perduto, si possono creare situazioni che portano sfiducia che può portare a gesti folli".

Le indagini si sono invece fermate perché il caso è chiuso. Chiariti tutti i dettagli di quello che è successo: Daniele Garattini, agente di commercio nel settore tessile, che aveva perso il lavoro da un mese a causa della crisi, è uscito di casa e si è recato a Torino, dove abitano i genitori. Mentre nell'appartamento c'era solo la madre ha rubato una pistola di piccolo calibro da una teca del padre Romano, che è un collezionista di armi e l'aveva regolarmente denunciata. Poi è tornato a casa e, mentre la suocera Daria Maccari, 84 anni, malata di Alzheimer, dormiva in soggiorno, le ha sparato un colpo in testa. Poi ha fatto irruzione in cucina, dove la moglie Letizia Maggio, 54 anni, stava preparando il pranzo e l'ha freddata con un unico colpo anche in questo caso in testa. La figlia Giulia, 21 anni, è uscita dalla sua stanza per tentare di difendere la madre. Ha preso un coltello da cucina e lui le ha sparato contro tre colpi. Poi ha chiamato al telefono i carabinieri, dicendo "sono impazzito. Le ho fatte fuori tutte" e dando loro le istruzioni per raggiungerlo. Ha aperto la porta dell'appartamento per lasciarli entrare e ha cercato di spararsi al cuore ma i proiettili erano finiti. Così, ha tolto il coltello dalle mani della figlia e si è trafitto più volte al cuore, fino ad uccidersi.

I carabinieri hanno ascoltato i parenti più stretti delle vittime. Il padre di Daniele, Romano Grattini, ha detto che non si era accorto della sparizione dell'arma dalla teca in cui la teneva, e ha aggiunto: "Quando uno perde il lavoro può reagire in diversi modi e lui (il figlio, ndr), che era depresso, ha reagito così. Ha voluto portare con sé tutti i suoi affetti più cari". Onde evitare che il genitore possa fare del male a se stesso, i carabinieri gli hanno sequestrato tutte le armi presenti in casa.

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