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Cronaca Cuorgnè

Addio al punto nascite di Cuorgné, pochi parti per la riforma sanitaria

I 642 parti avvenuti nel 2014 non sono stati sufficienti per rientrare nel piano sanitario varato dalla Regione che prevede, per la sopravvivenza del reparto, almeno 1000 parti all'anno

Chiude i battenti il reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale di Cuorgné. I 642 parti registrati nel 2014 non sono stati sufficienti per rientrare all'interno delle norme previste dalla nuova riorganizzazione ospedaliera piemontese che chiede, per la sopravvivenza del reparto, almeno 1000 nascite all'anno.

L'ultima nata, Adele di tre chili e mezzo, è venuta alla luce nel punto nascite di Cuorgnè lunedì, poco dopo la mezzanotte. E' l'ultima di sei bimbi nati nella settimana che ha preceduto la chiusura del reparto, a luci spente da ieri sera. A nulla sono servite le proteste, le raccolte firme e le manifestazioni contro il piano di riorganizzazione ospedaliera varato dalla giunta Chiamparino: le più movimentate si sono realizzate a Susa, dove anche qui, il punto nascite dovrà vedersi costretto alla chiusura a causa dei pochi parti. I sindaci del Canavese avevano addirittura incontrato l'assessore Regionale Saitta, senza ottenre risultati.

Un vero dramma per i Comuni nelle strette vicinanze di Cuorgnè, dato che il nosocomio, serve da sempre un territorio anche piuttosto vasto. Le alternative, per le future mamme, restano Ivrea, Ciriè e Chivasso. Oppure la lontana Torino. Secondo la riforma regionale della sanità che consentirà al Piemonte di risparmiare oltre 400 milioni di euro, dunque, in Canavese, l'unico nosocomio dotato di punto nascite sarà quello di Ivrea.

Il destino è segnato anche per il punto nascite di Susa e Carmagnola.

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