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Cronaca

Negozi di compro-oro operavano in maniera 'irregolare' a Torino e provincia: il questore li chiude tutti e 25

In realtà 16 sono risultati sprovvisti di licenza

La questura di Torino ha chiuso oggi, lunedì 7 dicembre 2020, 25 negozi di compro-oro della catena Oropiù, società con sede legale a Milano e operante in tutta Italia. Gli agenti della squadra investigativa della divisione polizia amministrativa e sociale hanno accertato che "esercitava - si legge in una nota - in 25 punti dislocati nell’area urbana torinese, disponendo di regolari licenze solamente per nove negozi". L'attività sarebbe quindi del tutto abusiva per 16 dei negozi.

"Il sistema - spiegano dalla questura - era regolato in maniera tale che i clienti, suonando al citofono presente all’esterno del negozio, ricevessero assistenza da un call center ubicato a Milano che contattava telefonicamente il personale dipendente, non autorizzato però a rappresentare la società, che si spostava da una sede all’altra al fine di valutare gli oggetti preziosi e concludere la trattativa".

Le modalità descritte consentivano alla società di operare in tutti i punti presenti pur essendo questi sprovvisti di autorizzazione da parte del questore, come stabilito dalla normativa vigente, ed in assenza di iscrizione al registro degli operatori tenuto presso l’Organismo degli agenti e mediatori creditizi.

Per le violazioni accertate sono stati denunciati la titolare delle licenze della società, il presidente del consiglio di amministrazione e il consigliere della stessa società.

Viste le numerose irregolarità accertate dagli investigatori e valutata la gravità dei fatti, il questore di Torino, Giuseppe De Matteis, ha revocato le licenze e disposto l’immediata chiusura di tutti i negozi e non soltanto dei 16 risultati abusivi.

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