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Cronaca

Le moschee saranno aperte, ma Cota rilancia: "Vogliamo il censimento"

L'incontro tra il Sindaco e le comunità islamiche ha partorito un protocollo che potrà essere firmato a gennaio e volto a intensificare i rapporti per una maggiore integrazione

Il 'Patto di Condivisione' tra il sindaco Piero Fassino e le comunità islamiche presenti a Torino proprio non è andato giù al leghista Roberto Cota che di fronte ai tragici accadimenti che si stanno verificando negli ultimi tempi chiede un censimento di tutte le moschee abusive presenti in città. "Prima di fare un tavolo con gli Imam o presunti tali Fassino dovrebbe mandare il messaggio che chi arriva si adegua, non il contrario - ha affermato l'ex governatore del Piemonte -. Va bene poter professare liberamente la propria religione, ma rispettando le regole che rispettano tutti". Il punto è chiaro: sapere con certezza matematica quante e quali sono le moschee abusive presenti sul territorio urbano e quali attività si svolgono al loro interno. "Il tavolo – ha rimarcato Cota - è sembrato più un momento politico che religioso: gli Imam si devono occupare di religione non di politica".

L'incontro tra il sindaco Piero Fassino e l'assessore alle Politiche per la multiculturalità e l'integrazione Ilda Curti avvenuto nei giorni scorsi ha partorito un protocollo per l'intensificazione dei rapporti tra la comunità islamica e il Comune. Obiettivi? La costituzione di un coordinamento permanente con le comunità religiose e la Città, la presenza presso i luoghi di culto di spazi informativi e istituzionali e relativi alle attività del tavolo e la definizione di una proposta a livello internazionale per promuovere il dialogo: di fatto le moschee saranno aperte. “Desideriamo valorizzare il lavoro che insieme stiamo svolgendo da molti anni nell’affermare i valori della convivenza, del rispetto reciproco, della comune conoscenza e del dialogo. Nella nostra esperienza quotidiana abbiamo sempre rifiutato e rifiutiamo ogni forma di intolleranza e di violenza – hanno spiegato i rappresentanti dei Centri Islamici nella Sala delle Congregazioni -. Torino è la nostra città e ne condividiamo il presente e il futuro. I nostri figli crescono insieme ed è a loro che pensiamo nel promuovere ogni possibile occasione che renda tutti cittadini attivi, interessati al bene comune nel rispetto delle differenze religiose, di origine nazionale, di genere, di cultura. L’articolo 3 della Costituzione rappresenta il principio in cui tutti ci riconosciamo, sentendoci tutelati e rispettati e, nello stesso tempo, muovendoci alla comune responsabilità di renderlo vivo e praticato”.

Il protocollo che dovrebbe essere firmato alla fine di gennaio ha, però, fatto drizzare i capelli all'ex governatore Roberto Cota e ai consiglieri del Carroccio: "È giusto che ci siano le massime garanzie per chi pratica una religione, e ci sembra a questo proposito importante chiedere la reciprocità - conclude Cota - ma soprattutto bisognerebbe censire quelle varie realtà che fungono da moschee non denunciate". Per Ricca e Carbonero "è una follia pensare di fare un accordo senza considerare questi buchi neri e lasciando a briglia sciolta il sommerso".

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