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Cronaca

Condannato a 3 anni l'ex dg di Manet, avrebbe ricevuto tagenti per gli appalti

Carlo Liberati, ex dg della società in House dell'Atc, non avrebbe rispettato le regole di affidamento di appalti pubblici e percepito tangenti per favorire imprenditori privati nell'assegnazione degli appalti di manutenzione per i condomini amministrati dalla società pubblica

L'ex direttore generale della Manet, la società dell'Atc di Torino, Carlo Liberati è stato condannato a 3 anni di reclusione per corruzione. Liberati avrebbe ricevuto denaro da due imprenditori che durante il procedimento hanno patteggiato in cambio dell'assegnazione di appalti per la manutenzione degli stabili pubblici, questo secondo quanto riportato dall'accusa del pm Gianfranco Colace, e dal gup che ha inflitto la pena, Massimo Scarabello. Nella sentenza è stato anche disposto il sequestro finalizzato alla confisca di beni o contanti per 30mila euro. 

L'arresto dell'ex dg risale allo scorso marzo insieme ad una decina di altre persone, tra questi funzionari dell'Atc o di altre società controllate oltre a diversi imprenditori privati. L'operazione che portò all'arresto dei protagonisti di questo sistema è stata portata a compimento dal lavoro congiunto di carabinieri e guardia di finanza. 

Durante le indagini è stato evidenziato come esistesse un "sistema" in grado di permettere all'Atc, grazie società in house come la Manet, di affidare i lavori per importi piuttosto sostanziosi ad alcune società private senza le procedure di assegnazione previste per gli appalti pubblici. Da un lato emerge che la Manet non rispettasse i principi di affidamento dei lavori pubblici in materia di subappalti, dall'altro venivano chiesti ai soggetti privati, ai quali venivano assegnati i lavori in subappalto, di realizzare con i proprio mezzi e maestranze anche la parte di lavori spettanti alla Manet stessa

Oltre al falso ideologico configuratosi al momento dell'arresto, durante le indagini, emergeva all'evidenza degli investigatori che Liberati aveva percepito tangenti da due imprenditori, motivo che aveva portato all'emissione di un secondo ordine di custodia cautelare, con l'accusa di corruzione questa volta, quando si trovava già in galera. 

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