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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Carcere di Torino, la porzione di cibo non gli va bene: si scaglia contro un altro detenuto e gli agenti

Il detenuto responsabile dell'aggressione non sarebbe nuovo a episodi simili, lo segnala l’Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria

Prima ha cercato di aggredire un altro detenuto, addetto al vitto, perché “colpevole” di avergli dato poco cibo poi il personale di Polizia Penitenziaria. È accaduto ieri, mercoledì 1 settembre, nel carcere di Torino. Secondo quanto riferito dall'Osapp, sindacato autonomo di polizia penitenziaria, gli agenti sono intervenuti per spegnere sul nascere il diverbio tra i due detenuti quando l’aggressore ha tentato di colpire il responsabile addetto alla somministrazione dei pasti e poi si è scagliato proprio contro il personale di Polizia Penitenziaria. I due agenti aggrediti sono stati accompagnati al pronto Soccorso dell’Ospedale Maria Vittoria di Torino riportando ferite giudicate guaribili tra i 6 e i 7 giorni. Il detenuto responsabile della violenza non sarebbe nuovo a episodi simili. Lo segnala l’l’O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) cha diffuso la notizia.  

Il segretario Generale Leo Beneduci dichiara: "Si tratta solo dell’ultimo episodio, in ordine di tempo, ai danni del personale di Polizia penitenziaria che, oramai, subisce l’ira non giustificata dei detenuti per qualsivoglia condizione abbia a verificarsi in carcere. L’episodio, non isolato, si connota di ancor più di gravità in ragione delle tensioni ingenerate, che vanno crescendo di giorno in giorno e anche per l’esempio nefasto che tali eventi, spesso esenti da conseguenze per i responsabili, forniscono alla restante popolazione detenuta. Fermo restando, inoltre, l’ulteriore danno riguardante l’assenza dal servizio di decine e decine di Poliziotti per le cure conseguenti alle aggressioni, in situazioni di forte carenza di organico anche a Torino e di cui nessuno chiede conto ai responsabili neanche dal punto di vista erariale. Né d’altra parte, si ritiene di poter sottacere i risultati conseguenti alla concentrazione in strutture quali quella torinese di detenuti con seri problemi psichiatrici e che dovrebbero allocarsi altrove e non assieme ai ristretti per motivi ordinari”. 
 
 

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