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Cronaca Chivasso

"Nostra figlia si è ustionata con l'acqua contaminata", ma è un'invenzione: genitori risarciranno la loro bimba

Un fondo per quando sarà maggiorenne

Lesioni colpose e simulazione di reato. È l'accusa che la procura di Ivrea muove contro due genitori italiani di Chivasso, lui di 28 anni e lei di 32, che avrebbero raccontato ai medici dell'ospedale cittadino che la figlia di sette anni si era ustionata versandosi addosso dell'acqua acquistata in un supermercato e contaminata con della soda caustica quando invece si era trattato di un banale incidente domestico, con il potente corrosivo (idrossido di sodio) contenuto nei detersivi usati da loro in casa. La vicenda risale al 2017 e la piccola aveva riportato ustioni guaribili in cinque giorni.

La legge, però, come dice il famoso detto, non ammette ignoranza e per il loro presunto comportamento martedì 8 gennaio 2019 i due, difesi dagli avvocati Saverio Rodi e Maria Luisa Rossetti, sono comparsi davanti al giudice monocratico Angela Rizzo. La figlia è parte offesa (solo per questo particolare procedimento, perché nella vita di tutti i giorni vive felicemente con mamma e papà), tutelata legalmente dall'avvocato Daniela Benedino.

Le indagini sull'accaduto erano state condotte dai carabinieri del nucleo antisofisticazione (Nas) di Torino, che avevano verificato che non c'era alcuna bottiglia di acqua contaminata né in casa né in corcolazione.

Il processo vero e proprio si aprirà il prossimo 13 marzo 2019 e verosimilmente si concluderà in quella data. Le parti, infatti, hanno concordato e proposto al giudice un risarcimento alla figlia: un deposito di denaro vincolato che lei potrà usare quando diventerà maggiorenne. Il giudice deciderà se accettare questa soluzione, che sembra lasciare alla fine tutti contenti: papà, mamma, figlia e anche la giustizia.

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