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Cronaca

Bea andrà da Papa Francesco; è possibile un incontro con Obama

La piccola Bea mercoledì 4 settembre incontrerà Papa Francesco. L'incontro è stato reso possibile grazie all'interessamento di un fiorentino, Alessandro Maiorano, che adesso vuole cercare di organizzare un incontro anche con Obama

Appena una settimana li separa dalla partenza per Roma: Bea e la sua famiglia stanno iniziando a mettere da parte gli oggetti per quello speciale viaggio che li porterà a conoscere nientemeno che Papa Francesco. Sua Santità darà loro udienza mercoledì 4 settembre: e i genitori di Bea potranno spiegare a Jorge Mario Bergoglio la storia della loro figlia, afflitta da un male ancora sconosciuto che le sta calcificando le articolazioni.

Chissà cosa si diranno, chissà che decisioni prenderà il Santo Padre; ma, qualunque sarà l’esito dell’incontro, la speranza è che serva per far conoscere al mondo intero la malattia di Beatrice: un modo per trovare una cura, per poter sperare che qualcuno conosca un rimedio per un morbo che ha colpito – così sembra – soltanto lei.

L’incontro con il Papa è staAlessandro Maiorano davanti a papa Benedetto XVIto un “regalo” molto particolare, frutto dell’interessamento di un dipendente del Comune di Firenze, Alessandro Maiorano. Questi, sfruttando alcune conoscenze alquanto singolari per un semplice usciere, ha potuto contare sull’interessamento del Papa Emerito per poter permettere l’incontro tra Bea e Francesco. Maiorano aveva già conosciuto Benedetto XVI anni addietro, per un caso privato: da allora, per sdebitarsi del suo aiuto, ha deciso di aiutare le persone meno fortunate.

Tutti sperano che Francesco possa lanciare un appello al mondo. Ma se l’incontro con il Papa non dovesse andare a buon fine, Maiorano ha una nuova carta da giocare: intende portare Bea davanti a Obama. Un incontro con il presidente americano non è improbabile, secondo lui. “Avevo già contattato nel 2008 il presidente americano Bush – conferma maiorano – Se l’udienza con il Papa non andrà a buon fine, seguirò lo stesso procedimento che mi portò allora a incontrare il presidente americano. Per Bea è vitale essere conosciuta il più possibile per poter trovare una cura”.

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