Familiari, colleghi e amici stretti nel ricordo di Bartolomeo, morto durante l’alluvione
Nel 2000. Il suo corpo non fu mai ritrovato
Il dramma di Bartolomeo Califano si consuma alle 17.40 circa del 15 ottobre del 2000 quando, dopo giorni di disastri causati dalla terribile alluvione che aveva colpito diversi centri del Canavese, la campagnola con bordo tre vigili del fuoco viene travolta dalla piena del torrente Orco sulla Strada Pedemontana, tra Salassa e Rivarolo.
Due riescono a mettersi in salvo mentre sparisce nel nulla il corpo di Bartolomeo Califano, 40 anni, originario di Pozzolo Formigano in provincia di Alessandria, in servizio presso il distaccamento di Caselle. Per giorni proseguirono le ricerche, ma il corpo del terzo vigile del fuoco ancora oggi resta sepolto sotto il greto del torrente.
In quel punto, dove precipitò il mezzo, si sono ritrovati amici e familiari per ricordare il sacrificio di Bartolomeo Califano. Alla cerimonia erano presenti il comandante provinciale ing. Marco Frezza e l’ufficiale Michelangelo Garetto e i distaccamenti di Rivarolo, Castellamonte, Cuorgnè, Caselle, Torino e il distaccamento di Ivrea con il responsabile Gianni Fontana, tanti vigili che hanno voluto stare vicino, come ogni anno, alla famiglia.
Alla cerimonia ha partecipato anche l’arciprete di Castellamonte don Angelo Bianchi, la mamma di Bartolomeo Califano, Rosa Iemmino, e la sorella Giuseppina, oltre alla moglie Enrica e la figlia Sonia insieme al sindaco di Castellamonte Pasquale Mazza.