Bacia una bimba di quattro anni in piazza a Torino Centro: arrestato. Era stato scarcerato da poco per un altro episodio
Il Siulp chiede di fare qualcosa: "È stato lasciato uscire dal centro rimpatri dopo un suicidio simulato, come tutelare i cittadini?"
Nuovi guai per il 25enne marocchino che la sera dello scorso 26 dicembre 2021 era stato arrestato dalla polizia dopo avere rubato un coltello in un ristorante di piazza Vittorio Veneto a Torino, averlo brandito ed essersi denudato in strada. Scarcerato con l'obbligo firma al commissariato Centro un paio di giorni dopo l'episodio, è stato nuovamente arrestato domenica 9 gennaio 2022 per avere baciato sulla bocca con la forza una bambina di quattro anni in piazza Castello. Per l'accaduto ora si trova in carcere con l'accusa di violenza sessuale su minorenne.
La notizia è stata diffusa dal sindacato di polizia Siulp, il cui segretario provinciale Eugenio Bravo chiede provvedimenti immediati: "Forse non tutti sanno - esordisce - che l’individuo in questione, irregolare sul territorio, qualche mese prima era già stato ospite del Cpr (centro di permanenza e rimpatrio, ndr) di Torino ma senza poter essere rimpatriato in quanto, dopo aver tentato il suicidio (la questione dei suicidi simulati nel centro è stata già sottolineata dallo stesso sindacato, ndr), veniva rimesso in libertà, come molti in quel periodo. Inoltre, era già stato sottoposto in precedenza all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria presso il commissariato San Paolo ed era totalmente inottemperante".
Bravo sottolinea anche che "dopo quanto accaduto il 26 dicembre, stranamente non veniva subito riportato presso il Cpr per essere espulso. Anche per l'odiosa azione di piazza Castello risultava essere già recidivo. Infatti, un'analoga porcheria l'aveva perpetrata tempo prima a Bologna con una bambina di tre anni. Probabilmente questo individuo avrà bisogno di assistenza medica e tuttavia, venuta meno l’espulsione dal Cpr, il dettato normativo dovrebbe poter consentire che soggetti del genere non diventino un pericolo per i cittadini adulti o, peggio ancora, per i bambini".