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Cronaca Santa Rita / Via Gorizia, 7

"Il Colombatto è in condizioni disperate". Si protesta con l'autogestione

Da lunedì l'istituto Colombatto di via Gorizia è in autogestione. Gli studenti denunciano la situazione della scuola: dai soffitti pericolanti agli infissi rotti.

Studiare in una scuola che cade a pezzi. Succede all’istituto alberghiero Colombatto, in via Gorizia 7. Gli studenti, però, non ci stanno, e hanno deciso di far sentire la loro voce: da lunedì la scuola è in autogestione, un gesto maturato dopo la prima, più radicale intenzione di occupare l’istituto.

“Siamo pronti a tutto, per testimoniare le condizioni dell’edificio”, spiega Luca Sanna, uno dei rappresentanti d’istituto. E in effetti i ragazzi hanno “schedato” tutte le magagne della loro scuola: dalle finestre piene di spifferi ai bagni rotti, dai soffitti malmessi fino ai pezzi di vecchie cucine lasciati nei corridoi.

Un quadretto desolante, che testimonia una condizione assai precaria dell’edificio. Situazione che, per altro, non è nemmeno una novità: si prenda la succursale del Colombatto, il Montale, sito a poche decine di metri dalla sede, in via Ada Negri. Qui, a maggio scorso era crollata una controsoffittatura, fortunatamente senza ferire nessuno; ma, da allora, il Montale è chiuso, e gli studenti, dopo essersi arrangiati a fare lezione dove potevano (anche in cortile), sono stati trasferiti al Primo Levi di corso Unione Sovietica. “Per “fortuna” l’incidente è avvenuto verso fine anno – spiega Chiara, una studentessa – noi della succursale siamo stati stipati in sede, per le lezioni, solo fino a giugno”.

 “Il Colombatto non ha ancora una succursale – spiega Sanna – Oltre a ciò, siamo stati 87 giorni senza laboratori e si tenga conto che paghiamo 200 euro di iscrizione”. Una situazione difficile da sostenere, per i circa 1.200 alunni del Colombatto, tra succursale e sede. L’autogestione, dunque, continuerà: “Le infrastrutture potrebbero cadere da un momento all’altro – sostiene Davide Palizzi, rappresentante d’istituto – ci rivolgiamo alla Provincia, perché passi dei fondi. Noi ci siamo presi l’impegno di manifestare finché non vengano presi provvedimenti”.

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