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Cronaca

Api lancia l'allarme insolvenza: "Rette non pagate per 1 milione di euro"

Le aziende riunite nell'Api denunciano, nella sola ex provincia di Torino, per il 2014 il mancato pagamento delle rette, per gli assistiti nelle strutture sociosanitarie del circuito, arrivato ad un milione di euro

Allarme insolvenza per la sanità piemontese. Le aziende che erogano servizi sociosanitari, aderenti all'Api Sanità Torino, hanno lanciato un forte allarme sulla crescita dell'insolvenza del pubblico che secondo Antonio Gianfala, presidente della categoria di Api Torino in grado di riunire circa cento strutture di accoglienza per le persone anziane, si tratterebbe di un fenomeno che "per troppo tempo è stato trascurato e che adesso ha assunto dimensioni e livelli preoccupanti, sopratutto dal punto di vista sociale oltre che economico". 

Nel corso del 2014 le rette non pagate sfiorano, prendendo in considerazione la sola area dell'ex provincia di Torino, quasi il milione di euro. Ma l'accumulo di somme non pagate è alto anche in seno all'analisi delle singole strutture di assistenza che arrivano i molte situazioni fino a 200mila euro, somma che spesso si aggira intorno al 10 per cento del fattura di una struttura assistenziale. 

Secondo Gianfala è evidente: "che questa situazione deve essere presa in mano alle Istituzioni. Sappiamo bene i problemi che la Sanità regionale, e in genere i bilanci pubblici, stanno affrontando - sottolinea ancora il presidente dell'Api - ma è necessario porre attenzione anche a questi aspetti prima che diventino ingovernabili". 

In particolar modo, a seguito della presentazione di una serie di proposte fatte a Domenico Ravetti, presidente IV Commissione del Consiglio Regionale del Piemonte,  Gianfala chiede che ci sia una maggiore regolamentazione del settore perché "in questa condizione è assolutamente imprescindibile per garantire il mantenimento di adeguati livelli di assistenza alla popolazione piemontese anziana non-autosufficiente".

Ma le richieste di Api Sanità si concentrano anche su "maggiori controlli sulle liste d'attesa, un arbitrato super partes per i contenzioni fra Asl e strutture, garanzie sul diritto di libera scelta del presidio da parte degli utenti, il controllo sull'effettiva realizzazione dell'applicazione dell'uniformità tariffaria su tutto il territorio regionale, una migliore programmazione dei posti letto a livello regionale, la revisione delle modalità di valutazione delle Unita' Valutazione Geriatrica".

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