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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Cronache dell'Assedio: l'eroico sacrificio di Pietro Micca

Nell'estate del 1706 i francesi assediavano Torino. Tracce dell'assedio e della battaglia sono sparse per tutta la città: con una serie di articoli intendiamo ripercorrere una storia avvenuta 307 anni fa

Il suo nome incarna insieme eroicità e piemontesità; amor di Patria e altruismo. Insomma, l’immagine stessa dell’eroe: lui è Pietro Micca. Forse il piemontese più celebre in Italia, anche se fuori dai confini regionali in pochi conoscono effettivamente la sua storia. Una vita che non si conosce, avvolta nelle nebbie di quei secoli nei quali l’esistenza di una persona passava in sordina, senza il bisogno spasmodico di testimoniare ogni istante del vissuto  con fotografie, frasi, registrazioni. Insomma, di Pietro Micca, eroe solitario che una certa storiografia romantica trasformò nel mito che conosciamo, si sa ben poco.

Nato a Sagliano Micca il 6 marzo 1677, lavorò da giovane nelle cave del suo paese, prima di entrare nella Compagnia Minatori del battaglione di artigliera ducale. Pietro Micca si sposò nel 1704 con Maria Bonino, che diede alla luce nel 1705 il figlio Giacomo Antonio Micca.

Pietro venne presto chiamato a Torino nell’opera difensiva della Cittadella, dove era conosciuto con il soprannome di Passepartout. Un lavoro comune agli altri soldati minatori che operavano nei cunicoli che si snodavano sotto la Cittadella di Torino: ma qualcosa stava per cambiare nella sua vita.

Tra il 26 e il 27 agosto 1706 i francesi sferrarono un nuovo attacco alla Mezzaluna del Soccorso: dopo i combattimenti nell’avanfosso era rimasto un gran numero di cadaveri, che vennero arsi gettando sui cadaveri una gran quantità di legna. Il fumo che ne derivò era nero, tetro, spaventoso. Impossibile per le guardie della Cittadella distinguere bene i movimenti dei nemici: e i francesi, con una sortita, cercarono di introdursi nel cunicolo della Mezzaluna del Soccorso.

Il commando di granatieri francesi era entrato, aveva avuto uno scontro a fuoco con le guardie ma nonostante ciò continuava la sua avanzata. Ed è qui che si inserisce l’episodio di Pietro Micca: sentendo il trambusto, questi – assieme ad un compagno del quale la Storia non ha tramandato il nome – chiuse la porta all’imbocco di una scala che conduceva dalla galleria alta a quella bassa. Mentre i francesi erano impegnati ad aprirla, Micca prese un barilotto di esplosivo per far saltare la porta; ma la miccia era troppo corta, o era bagnata. La frase storica che avrebbe pronunciato al suo compagno “Va’ via, sei più lungo di una giornata senza pane” fu l’ultima che disse. Appiccò il fuoco, e venne scaraventato dall’esplosione ai piedi della scala, senza vita. Con lui, morirono anche i soldati francesi che si erano introdotti nel cunicolo.

La storia di Pietro Micca è contenuta tutta in quella frase che ormai è quasi un modo di dire, e venne arricchita spesso di particolari insesistenti. Ma senza il suo sacrificio, così come senza i tanti sacrifici dei soldati piemontesi che parteciparono all’assedio ed alla battaglia di Torino, la storia sarebbe probabilmente molto diversa: perché è dalle piccole azioni, come questa, che possono dipendere le sorti di una guerra.

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